Salvini ha compromesso pure la missione italiana in Israele, sacrificandola alla sua dialettica anti-Islam
Matteo Salvini è tornato a colpire, incurante di come la sua propaganda basata sull'auto-esaltazione di sé stesso stia causando danni sempre più gravi all'Italia e agli italiani. Se nei giorni scorsi compromise un'indagine sulla mafia pur di scrivere un tweet razzista, questa volta ha compromesso il ruolo dei militari italiani in Israele pur di uscirsene con una delle sue solite sparate social contro l'Islam.
Fermo restando che non è chiaro a quale titolo un ministro degli Interni possa recarsi in visita di stato in Israele, è proponendosi come il bravo «cristiano» che fa fa il presepe dopo sbattuto per strada decine di migliaia che il «capitano» ha voluto andare in visita alla sede del Patriarcato cattolico di Gerusalemme per incontrare il patriarca cristiano Pierbattista Pizzaballa. Poi, con la diretta Facebook rigorosamente attiva, si è concesso un bel viaggetto in elicottero organizzato dal premier Benjamin Netanyahu, durante il quale se n'è uscito scrivendo:
Davanti a quelle irresponsabili parole, il Ministero della Difesa e il comando Unifil sono sobbalzati sulla sedia e hanno cercato di tamponare il danno. In un comunicato, affermano: «Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell'area».
Quasi non fosse stata colpa di Salvini, Luigi Di Maio ha invitato i nostri militari a tenere duro davanti alla grave situazione diplomatica il suo governo ha creato ed ha dichiarato: «Hezbollah? La Difesa ha già detto tutto. L'Unifil è una delle missioni di pace più importanti nel mondo e per noi del M5s un modello super partes. Io mando un grande abbraccio ai nostri militari e gli dico di tenere duro e andare avanti».
Ma dato che Salvini farebbe massacrare tutti i nostri militari pur di non assumersi le responsabilità dei suoi errori, è ricorrendo al suo proverbiale bullismo che se ne'è uscito rincarando la dose: «Non parlatemi di Di Maio. Queste polemiche sono molto lontane. Nel mondo di Orwell le cose vengono definite al contrario. Se volete invece che terroristi li chiamo benefattori».
Insomma, l'uomo della ruspa pare incapace di comprendere che non si può parlare di una missione di pace se si propende per una parte rispetto all'altra. E c'è solo da sperare che il suo atteggiamento non sia finalizzato ad innescare attentati contro gli italiani, forse sapendo che ogni morto si tramuterebbe in maggiori consensi elettorali per chi ha puntato tutto sul razzismo e sul populismo.