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Silvana De Mari di dichiara «verità scientifica contro le menzogne dell'Oms». E L'Occidentale pubblica la lista di siti porno che lei usa per demonizzare i gay

Non stupirà nessuno, ma L'Occidentale si è apertamente schierato a favore della fondamentalista Silvana De Mari e delle sue teorie volte a patologizzare l'omosessualità. È l'ennesimo esempio di come la destra italiana paia sempre più orientata a riesumare il Ventennio piuttosto che guardare a quelle destre moderne europee che introducendo leggi sul matrimonio egualitario o che non cercano voti solo attraverso i sentimenti di pancia suscitati dalla creazione di odio sociale e cieche paure contro le minoranze.
Il quotidiano di estrema destra si vanta di aver avviato una «campagna a favore della dottoressa Silvana De Mari» ed un appello «in difesa degli articoli 21 e 33 della nostra Costituzione» a sostegno delle sue diffamazioni pubbliche e il suo uso ideologico di titoli accademici.
Nella quella rivisitazione integralista della nostra Carta, gli articoli citati riguardano il principio per cui «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» da cui paiono voler ignorare il passaggio in cui si precisa che «la legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni», così come surreale è il loro citare il principio per cui «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento» davanti a chi usa titoli accademici per promuovere teorie che negano l'evidenza scientifica.
Probabilmente al fine di diffondere il verbo omofobo della loro beniamina, è sotto l'hastah #IoStoconSilvanaDeMari che lo scorso luglio il quotidiano di estrema destra disse  di voler rendere nota la trascrizione «integrale delle denunce e delle memorie difensive della De Mari». Per loro, evidentemente, la scienza e la dignità umana sono cose che si mettono al televoto e per cui si può fare tifo sulla base della propria convenienza.

Se ineccepibile è la denuncia sporta contro la fondamentalista dal Coordinamento Torino Pride, surreale sono alcune teorie che la signora cerca di spacciare per «scienza» attraverso veri e propri proclami d'odio in cui la signora De Mari si auto-proclama detentrice della «verità» contro i gay. Il tutto attraverso «memorie difensive» in cui la signora ha attaccato l'attendibilità dell'Oms, ha citato i leader delle lobby anti-gay come testimoni e non si è fatta mancare neppure un lungo elenco di siti pornografici che dovrebbero dimostrare quanto siano «anormali» i gay. Il tutto viene presentato attraverso una trattazione a campana unica che agli ordini di contrapposizione affianca, senza commenti alcuno, le presunte "difese" della fondamentalista.

Atti della Procura di Torino


PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TORINO
INVITO A PRESENTARSI NEI CONFRONTI DI PERSONA SOTTOPOSTA AD INDAGINI

IL PUBBLICO MINISTERO Dr. Enrico Arnaldi di Balme
letti gli atti di procedimento sopra indicato nei conftonti di:
DE MARI Silvana
Assistito e difeso di ufficio dall’avv. sotto indicato

Per il
Reato di cui agli artt.81 cpv, 595 commi 1 e 3 c.p. perché, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, offendeva in più occasioni l’onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale, rappresentate dal Coordinamento Torino Pride LGBT, e segnatamente asseriva:

Memoria di difesa della signora De Mari


Io sottoscritta Silvana De Mari, assistita dagli avv.ti prof. Mauro Ronco e Fabio Candalino, sottoposta a indagini nel procedimento sopra rubricato presento la seguente memoria proponendomi in modo particolare di dimostrare che le accuse formulate nel capo di imputazione non hanno alcun fondamento. Io ho sempre inteso esprimere la verità scientifica, peraltro corrispondente alla verità metafisica, riguardante il significato della sessualità umana, nonché le gravi malattie che si trasmettono sessualmente attraverso pratiche di erotismo anale.

L’esclusivo intento di riferire verità biologiche, fisiche e infettivologiche sottaciute o sottostimateMai ho inteso offendere le persone, né in quanto singoli, né in quanto categoria di persone; bensì informarle con la chiarezza concettuale necessaria di dati universalmente sottaciuti o. nel migliore dei casi, sottostimati, al fine di prevenire comportamenti contrari al loro benessere sia fisico che psichico, addirittura in molti casi comportamenti contrari alle stesse esigenze della sopravvivenza.
L’opera da me compiuta è estranea a qualsiasi intento di offesa verso alcuno, singolo e gruppo, poiché costituisce un contributo necessario a una informazione completa e veritiera, che metta in guardia, soprattutto i giovani, dai rischi che corrono la loro vita e la loro salute.
Lo scopo della mia lunga storia personale e scientifica, che si è sempre avvalsa della ricerca e dell’esperienza empirica, oltre che della riflessione culturale, è stato di diffondere la prevenzione delle malattie e di curarle, quale fosse l’origine delle stesse e quali fossero le persone che ne fossero portatrici, avvalendomi delle informazioni scientifiche più aggiornate e dei mezzi di prevenzione e di cura più efficaci. Nella breve esperienza medica che ho avuto in Etiopia nel lontano 1986, ai tempi in cui erano presenti nel paese truppe di occupazione sovietiche e cubane, ho potuto constatare che i picchi di prostituzione minorile dell’epoca erano accompagnati da una condizione anale spaventosa dei giovani maschi vittime.

I danni fisici e infettivologici dell’erotismo analeCon riguardo alle accuse mossemi, contesto radicalmente di aver potuto mai diffamare qualcuno o di aver soltanto inteso farlo.
Le accuse si incentrano sul fatto che io avrei offeso l’onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale. Ciò è assolutamente contrario al significato obiettivo delle frasi riferite nel capo di imputazione (o di altre proposizioni che si possono trovare nei miei scritti).
Il significato obiettivo delle mie affermazioni è volto a dimostrare il disordine intrinseco dell’erotismo anale, il rapporto ano/pene, sia che sia perpetrato da un uomo su un uomo, quanto da un uomo su una donna. L’erotismo anale, invero, non è presente in tutte le relazioni same sex, ed è purtroppo presente in sempre più relazioni uomo/donna.

Si tratta di un disordine intrinseco riscontrabile a vari livelli:

    iii) Sul piano fisico meccanico: la circonferenza delle feci è tra 25 e 50 mm. Quando le feci arrivano ad essere più voluminose e dure, fino a una circonferenza di 70 mm causano sovradistensione e lesioni (ragadi ed emorroidi). La circonferenza media del pene in erezione è 120 mm, più del doppio del massimo delle feci normali e la consistenza è superiore.
    Se si verifica una emorragia nel rapporto anale ciò può essere anche conseguenza di una lacerazione nei tessuti anali o rettali (crepa anale) o di una perforazione nel colon, quest’ultima è una emergenza medica gravissima che dovrebbe essere curata con un intervento medico immediato. Il sanguinamento nel retto è di solito il risultato del sesso con penetrazione anale anche se il sanguinamento è modesto e quindi non visibile. Ciò avviene per la mancanza nel retto di elasticità, perché la mucosa anale è sottile e piccoli vasi sanguigni sono presenti direttamente sotto la membrana mucosa. Al contrario di altri comportamenti sessuali, la penetrazione anale pone un più serio pericolo di danni a causa dello stiramento del canale anale e dei tessuti rettali. Le lesioni anali includono lacerazioni dello sfintere anale e rettale e sigma perforazione, che può portare alla morte.
    Nel rapporto anopenieno con emissione di sperma, dove il partner sia infetto, il rischio è quadruplo per il soggetto passivo che per quello attivo, perché, sempre, ci sono microlesioni e perché qui c’è anche la capacità assorbente della mucosa rettale, dato che il retto fa parte del tubo digerente, ed è maggiore per il soggetto attivo rispetto al rapporto vaginale perché per entrare nella cavità anale, meno elastica e morbida della cavità vaginale, il pene può subire microlesioni. Questa capacità assorbente permette purtroppo con grande facilità l’ingresso nel circolo linfatico e quindi, poi, in quello ematico, di microorganismi. Aumenta, oltre al rischio di aids, epatite B, sifilide, gonorrea, herpes, condilomi, anche il rischio di cancro dell’ano da papilloma virus, come precedentemente accennato. Inoltre, come dimostrato da studi innumerevoli, aumenta nelle persone che praticano l’erotismo anale il rischio di epatite A e di contaminazione di batteri orofecali.
    Le notizie sopra riferite sono molto recenti e dimostrano i gravi rischi igienici delle pratiche anali. I miei termini molto duri dove nomino l’amuchina hanno lo scopo di sensibilizzare sui rischi delle patologie orofecali e come dimostrano i dati sopra riportati questa sensibilizzazione è necessaria, è un dovere medico.
    Il dovere di coscienza di fornire un’informazione scientificamente corretta-
    Il mio intento nel mettere in evidenza il disordine biologico dell’erotismo anale è di illuminare moltissime persone che lo subiscono, seguendo ciò che oggi sta diventando pericolosamente una moda, quasi imposta dai mezzi di comunicazione.

    Sul dolore, sul piacere e sulla dipendenza psichica.
    La penetrazione anale è una lesione dolorosa anche se si realizza su persona più o meno consenziente. L’apertura forzata della cavità anale inoltre, come già accennato, per un meccanismo complesso, causa possibile fuoriuscita di materiale fecale, solido, liquido o gassoso, con ulteriore situazione antiigienica di diffusione di virus e batteri orofecali.
    La sovradistensione dell’ano causa dolore acuto, in particolare le prime volte, e causa dolore perché c’è effettivamente un danno fisico.
    Tutti i pazienti che mi hanno riferito di avere subito una sodomizzazione, l’hanno patita come una intromissione violenta nell’intimità dell’io. Mi hanno riferito un dolore e un’umiliazione indicibili, un’umiliazione che per nessun motivo sono disposti a rivelare con una denuncia. Un maschio che subisce una sodomizzazione perde la capacità di essere un alfa, quindi la tiene nascosta. I gay si dividono in up e bottom, due categorie ben distinte. Il rischio di contrarre malattie è 1 per gli up e 4/5 per i bottom. Nelle società dove l’omosessualità è stata tollerata (greci e romani) i bottom erano gli schiavi, anche perché in un mondo preantibiotico non vivevano a lungo. Nelle società gerarchiche, colleges maschili, caserme, carceri, gli up sono quelli più anziani o alti in grado e i bottomsono quelli bassi in grado. Il rischio nelle carceri è di essere sodomizzati.
    Come testimoniato dal linguaggio comune, ti faccio il …, me l’hanno messa nel …, la sodomizzazione è usata in molte sale di tortura per umiliare e spezzare la vittima, sia con il pene che con oggetti, nei rituali mafiosi e nelle prigioni per stabilire l’ordine gerarchico nelle celle, come mi ha sempre spiegato mio padre Alberto De Mari, direttore del Carcere, incluse le Nuove, e ispettore del ministero di Grazia e Giustizia. La sodomizzazione è usata addirittura per punire le vittime di usura che non pagano.
    Il fortissimo dolore causato all’ano in una prima penetrazione senza nessun tipo di lubrificante, con penetrazioni multiple e/con oggetti ha la duplice valenza di dolore, di violazione del più intimo io corporeo e di degradazione della vittima per la perdita di feci. Questo dolore, se ripetuto, provoca un abbassamento patologico della stima di sé e crea una dipendenza con il torturatore, il fenomeno in gioco nella cosiddetta sindrome di Stoccolma. Inoltre il dolore anale da penetrazione è un dolore somatico che cagiona un aumento di endorfine (altri tipi di dolore sono il dolore neuropatico e il dolore viscerale che non danno un aumento delle endorfine), come farsi tagli orizzontali sul braccio. La produzione di endorfine crolla in tutti gli altri campi salvo che nel dolore e questo provoca la dipendenza dal dolore, quella che Freud chiama coazione a ripetere. Cfr Bessel Van der Kolk e Merk Greenberg (Libro, Il corpo accusa il colpo pag 37). La dipendenza da trauma, il dolore del piacere e il piacere del dolore.
    Questo Autore spiega chiaramente come il dolore, la paura e il pericolo creino un legame strettissimo e spingano le persone a un attaccamento fortissimo con colui che infligge dolore, a una dipendenza psichica con abbattimento del senso del sé (abbassamento dell’autostima patologico) per cui la persona resta incastrata nella relazione con l’incapacità di fuggire.
    La sodomizzazione è stata usata anche in recenti fatti di cronaca riferiti come bullismo ed è molto più frequente di quanto si pensi. La maggior parte dei ragazzi non la denuncia.

    La preoccupazione per la salute delle donne.
    La mia preoccupazione oggi è particolarmente intensa per le donne, che si vedono sempre più imporre (o proporre come conveniente) l’erotismo anale. (Basta guardare i giornali femminili oppure seguire le affermazioni di note attrici). Purtroppo la penetrazione anale è per le donne ancora più pericolosa che per gli uomini, perché, ove sia immediatamente seguita da penetrazione vaginale, porta all’introduzione di batteri fecali in vagina, con il rischio di ulteriori infezioni ascendenti.
    Non poche donne mi hanno comunicato o per mail o a voce nel mio studio che la loro vita sessuale è stata devastata dalla pretesa dei compagni maschi di erotismo anale, per loro odioso e doloroso. Alcuni uomini mi hanno scritto di essere stati ossessionati dall’erotismo anale, propagandato dappertutto, fino al momento in cui io ne ho scritto: da quell’istante l’ossessione è uscita dalla loro mente.

    I riflessi del disordine biologico sul piano psicologico.
    Il disordine intrinseco biologico ha dei rilevanti riflessi, e non potrebbe essere diversamente, sul piano psicologico, nel senso che crea una dissimetria di potere tra chi penetra e chi è penetrato (la parola sottomissione è sempre presente nei siti e negli articoli che raccomandano e spiegano l’erotismo anale).
    La penetrazione anale nei confronti della donna inoltre rende particolarmente intensa quella dissimetria che invece nel rapporto sesso/vagina, si attenua e scompare. È una pratica dove non ci si guarda in viso, usata a scopo di potere sopraffattorio come è noto anche in carceri, in camere di tortura, spesso negli atti di bullismo, e, come già detto, addirittura, nelle pratiche di strozzini per il recupere crediti.
    Naturalmente nelle pratiche di sopraffazione manca il consenso del soggetto passivo, ma anche dove il consenso sia presente il senso di sottomissione si forma nel soggetto passivo, un senso di sottomissione che lo tiene sempre più legato al suo ruolo.

    I toni forti usati nelle mie comunicazioni.
    Tenendo conto dei gravi pericoli inerenti all’erotismo anale e della disinformazione sul punto, mi sono sentita in dovere di richiamare i gravi pericoli con toni forti. I pericoli sono tragicamente più gravi nei paesi meno avanzati e maggiormente poveri ove sono meno presenti i presidi sanitari. Infatti molte conseguenze infettivologiche e anche meccaniche sono nei paesi occidentali suscettibili di cura e prevenzione, vaccinazioni, antibiotici, farmaci retrovirali, eccetera, mentre nei paesi poveri ciò non è possibile. Ciò provoca una grande disuguaglianza e costituisce una ragione di grave ingiustizia nei rapporti internazionali. Già ho richiamato la recente direttiva del Consiglio Superiore di Sanità che ha indicato gli omosessuali, ma anche l’intera popolazione a rischio per epatite A, con conseguente suggerimento di vaccinazione. E’ ugualmente suggerita la vaccinazione per epatite B, papilloma virus, retrovirali di prevenzione per aids. A questo si aggiunge la possibilità di terapia antibiotica per lue e gonorrea. Tutto questo manca nelle nazioni povere. Ed è giusto denunciare il fatto che le vaccinazioni e le cure sono bensì doverose, ma che esse sono la conseguenza di danni provocati da comportamenti sessualmente disordinati. Ed è altresì giusto denunciare il fatto che in molti Paesi tali vaccinazioni e tali cure non sono concretamente possibili.

    Il bene della salute nell’interesse delle giovani generazioni.
    Con le mie comunicazioni ho voluto proclamare a voce alta alcune verità fondamentali per la salute di tutti, ma soprattutto mi sono rivolta alle giovani generazioni, per distoglierle da un’ossessione psichica indotta da taluni mezzi di comunicazione, dai siti che diffondono fake news, ossessione che non viene adeguatamente contrastata con un’informazione vera e corretta che evidenzi i pericoli delle pratiche anali.
    Il mio scopo, in senso perfettamente contrario a ciò che mi viene addebitato, è di aiutare e sostenere le persone con tendenze omosessuali nelle loro problematiche esistenziali, mettendole in guardia contro il pericoli di malattie e avendo io piena fiducia nella potenzialità di ogni creatura umana di vivere una vita senza dover subire pratiche dolorose e pericolose. Nessuno nasce con il destino di subire pratiche dolorose e pericolose.
    E’ stata scritta l’assoluta idiozia che io odio i gay. E’ vero il contrario: io li amo. L’interpretazione etimologica della parola amore individua nel latino a-mors = senza morte l’origine del termine, senza morte, non voglio che tu muoia. Quando noi amiamo qualcuno, non vogliamo che muoia. Questa è l’unica interpretazione. Non voglio che muoiano gli omosessuali (non amo questo termine sbagliato; la spiegazione richiede qualche approfondimento che non posso fare in questa sede) che vengono impiccati come cani in Iran e in Arabia Saudita, o uccisi buttandoli giù dal quinto piano a Gaza e a Mosul, nell’indifferenza generale di Onu, Comunità Europea, cancellerie occidentali e soprattutto dei movimenti LGBT. Non voglio che gli omosessuali (cosiddetti) muoiano di AIDS, epatite B, cancro dell’ano. Le regole per evitare il disastro, lo ripeto perché vale la pena di ripeterlo, sono riassunte in un acronimo ABC (A=Abstinence, B= Be faithful, C= Condom). La criminale affermazione sempre più diffusa è sempre più creduta da un’enorme fetta della popolazione che l’associazione: omosessuali/malattie sessualmente trasmesse sia uno stereotipo omofobo, cioè un falso, ha fatto saltare completamente le regole stabilite nel 2001. Questa menzogna è una menzogna smentita dagli stessi siti gay, che hanno sempre numerose pagine dedicate alle malattie sessualmente trasmissibili e ai disturbi proctologici.

    La mia preoccupazione è soprattutto di carattere medico.

    1. La natura dell’omosessualità è tuttora molto dibattuta e non è considerata in modo univoco nel mondo scientifico. Io d’altra parte non sono mai scesa in polemica con l’omosessualità in quanto tale, non nomino mai quella femminile, mentre parlo con forza contro l’erotismo anale anche praticato tra uomo e donna. Ciò perché la mia preoccupazione era ed è di carattere medico.
    2. Il problema è troppo complesso perché io mi sia permessa di trattarlo con delle battute. Voglio ricordare che la psichiatria prevalente fino agli anni ‘70 considerava la cosiddetta omosessualità un disturbo della personalità. Il cambiamento è avvenuto attraverso un processo di carattere più politico che scientifico. Su questo processo ha scritto pagine importanti di carattere divulgativo, ma saldamente ancorate alla sua competenza scientifica di bioeticista il prof. Renzo Puccetti, LegGender Metropolitane.

      Nel 1952 l’omosessualità veniva inclusa all’interno della categoria dei disturbi sociopatici della personalitàEra menzionata come disturbo tout-court
      Nel 1968 era considerata una deviazione sessuale insieme alla pedofilia, necrofilia, feticismo, voyerismo, transessualismo, travestitismo
      Il DSM solo nel 1972 ha introdotto modificazioni depatologizzanti dell’omosessualità e solo nel 1987 l’ha definitivamente esclusa, considerandola a tutti gli effetti non patologica.
      Nel 1974 viene inclusa nel DSM III la categoria dell’omosessualità egodistonica, eliminando invece dal campo patologico l’omosessualità sintonica
      1980 – Nella terza revisione (DSM III) diventa solo di pertinenza psichiatrica se è
      1987 (DSM III-R) scompare anche la categoria dell’omosessualità distonica, che però fa capolino tra le pieghe del Disturbo Sessuale NAS
      Solo nel 1993 l’OMS decise di recepire ed accogliere questo orientamento.
      1994 la situazione resta immutata nel DS-IV e nel DSM IV-TR del 2000. Prende contemporaneamente spazio nella categoria disturbi sessuali. Tale categoria diagnostica trova applicazione sia nell’età adulta che in quella evolutiva, anche precoce.

    La “normalizzazione scientifica”, ma la definizione corretta è ascientifica, fu una depatologizzazione, il cui processo è stato dettagliatamente descritto nel primo capitolo del testo già menzionato di Renzo Puccetti, LegGender Metropolitane.
    Nei primi anni ’70 l’APA (Associazione Psichiatri Americani) stabilì la “normalità” dell’omosessualità. Dal punto di vista biologico l’affermazione è errata: in biologia si ritiene normale qualsiasi situazione che, se estesa a tutti i rappresentanti di una specie, garantisce la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Peraltro la votazione in sede APA fu gravemente irregolare; inoltre, epistemologicamente, fu una follia, poiché le verità scientifiche non si stabiliscono per votazione.
    La mia modesta opinione è che la cosiddetta omosessualità sia un sintomo, il sintomo di una incapacità di identificazione con la figura virile di riferimento, il padre. Un sintomo che diventa sempre più grave fino a rendere difficile la vita delle persone che ne sono vittima. Questa affermazione è certamente valida, a mio avviso, per l’omosessualità cosiddetta passiva, i cosiddetti bottom, che subiscono le più gravi conseguenze fisiche, sia per la proctologia che per l’infettivologia, nonché le più gravi conseguenze psicologiche, con un deterioramento progressivo del senso del sé.

    I richiami alla pedofilia nei miei scritti.Credo sia diritto di ogni cittadino di dichiarare anche con energia le verità naturali, biologiche, spirituali e metafisiche in cui crede.Purtroppo, come diceva Orwell, nell’ora dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. Ora, a stare al fatto che è iniziato un procedimento penale nei miei confronti, sembra addirittura che dire la verità sia un atto criminale.
    Una menzogna che si sta diffondendo universalmente afferma che l’omosessualità non soltanto esista come struttura genetica e stabile, ma che sia anche assolutamente normale. Su questa menzogna una intera civiltà sta morendo, un’intera civiltà sta abbattendo la sua conquista più fondamentale: il diritto di parola, perché occorre imbavagliare coloro che osano dire che è falsa l’opinione che sia normale un comportamento che genera dolore e malattia e che non inscrive la sessualità all’interno di un qualsiasi progetto generativo. Emergono voci, come quella dell’avvocato tailandese Vitit Muntarbhorn nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che sarebbe giusto limitare la libertà di parola e quella di religione, ove la “normalità” dell’omosessualità sia messa in dubbio. Se ciò accadesse una intera civiltà rinnegherebbe il diritto alla libertà religiosa e di coscienza, l’elementare diritto di un bambino ad avere un padre e una madre; una intera civiltà rinnegherebbe la propria lingua: le parole madre e padre, le due parole in assoluto più ancestrali e più fondamentali, dovrebbero essere abolite e sostituite con quelle anodine di genitore 1 e genitore 2.
    Ho fatto in varie occasioni cenno alla pedofilia come di un abominevole comportamento sessuale che violenta la persona, la dignità e la libertà del minore e che ne compromette la formazione umana e sociale.Non vi sono ovviamente legami diretti tra l’erotismo anale e la pedofilia. Nelle mie esternazioni ho detto ben altro. In particolare ho inteso esprimere due importanti concetti: il primo, che se la sessualità umana viene giustificata in ogni sua modalità di esercizio in base esclusivamente alla autodeterminazione individuale, senza alcun limite di normalità biologica e di riconoscimento etico, allora anche la pedofilia potrebbe trovare una giustificazione sociale. Il secondo che, se l’erotismo anale è qualcosa di naturale, lo stesso si potrebbe dire anche di altre forme di erotismo, che ancora oggi sono scientificamente classificate come perversioni, allo stesso modo in cui fino a non molti decenni orsono anche la omosessualità era considerata una perversione a livello scientifico.
    Così sarebbe per l’erotismo pedofilo, che alcuni intellettuali appartenenti allo stesso filone di pensiero raccolto dal movimento LGBTQ ritengono ammissibile. La deriva proveniente dallo scardinamento del confine tra ciò che è conforme alle strutture fisiche e biologiche dell’essere e ciò che non è ad esse conforme potrebbe approdare alla depatologizzazione della pedofilia. Quindi anche la pedofilia su minori consenzienti potrebbe essere normalizzata.
    Peraltro non si può dimenticare che negli anni ’70 un gruppo di intellettuali molto noti, tra cui uno dei capifila del movimento omosessuale, Michel Foucault, diffuse il “Manifesto in difesa della pedofilia”. Il documento aveva in calce i nomi di molti esponenti dell’intellettualità europea, tra cui Louis Aragon, Roland Barthes, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, André Glucksman, Felix Guattari, Jack Lang, Bernard Kouchner, Jean-Paul Sartre, Philippe Sollers.
    Il testo, volto a propagandare la più assoluta liberalizzazione della sessualità, pretendeva anche che fosse modificato il giudizio in ordine al carattere di perversione della pedofilia, non tenendo conto della vulnerabilità psicologica di un minore e delle ricadute gravissime che rapporti sessuali precoci possono provocare sull’intera esistenza della persona.
    Il sostegno culturale alla liberalizzazione della pedofilia è stato nei decenni successivi molto attenuato. Non si può tuttavia dimenticare che alcuni intellettuali appartenenti al medesimo mainstream dei firmatari del Manifesto, hanno continuato in un’opera subdola di banalizzazione della pedofilia.
    Per esempio Daniel Cohn-Bendit, firmatario del Manifesto, pubblicò nel 1975 il libro “Gran Bazar”, dedicato alla sua esperienza nella scuola materna. In linea con alcune idee promosse nell’ambito dei movimenti di contestazione degli anni sessanta e settanta, alcuni passaggi del libro teorizzano il risveglio della sessualità dei bambini da 1 a 6 anni ed assumono la possibilità di rapporti fisici ambigui. Racconta delle sue esperienze di maestro in una scuola di infanzia nei seguenti termini: “Mi è successo più volte che alcuni bambini mi abbiano aperto la patta dei pantaloni e abbiano iniziato ad accarezzarmi”.
    Vero che negli anni seguenti ha parlato di una provocazione letteraria, tuttavia le sue parole restano come segno di un movimento che si è soltanto pubblicamente ritirato nell’ombra, ma che, come dimostrano le inchieste giudiziarie, si è diffuso a macchia d’olio nell’intera società.
    Né mancano importanti scrittori, che manifestano pubblicamente la loro omosessualità in ogni occasione, i quali avanzano proposte di sostegno a una pedofilia detta blanda.
    Aldo Busi, per esempio, si è reso protagonista di numerose dichiarazioni sulla pedofilia che hanno portato L’Osservatorio sui Diritti dei Minori a protestare in più occasioni sull’opportunità della sua partecipazione a trasmissioni pubbliche in televisione. Durante una diretta del Costanzo show del 1996, infatti, Busi ha spiegato che «non vedo nulla di scandaloso se un ragazzino masturba una persona adulta». Alle ovvie polemiche nate il giorno dopo, ha risposto così in un’intervista«Ipocriti. Siete i soliti cattolici che nascete e crescete con l’idea di sesso legata alla colpa e al peccato. Io faccio una fondamentale distinzione tra la criminalità legata alle pornocassette o al turismo sessuale e alla pratica di una pedofilia blanda, quella praticata dai bambini sugli adulti. I bambini sono in certi casi corruttori degli adulti». E ancora: «è arrivato il momento di capire che anche i bambini hanno la loro brava sessualità e che gli adulti non devono più reprimerla». Sulla rivista di cultura omosessuale“Babilonia”, ha invece scritto: «ci sono Paesi in cui le bambine e i bambini o vengono sfruttati nella prostituzione o vengono ammazzati (Brasile, Cina , India.). Allora, cos’è meglio per questi bambini, una scopata o una coltellata? E non mi si venga a dire che entrambe le soluzioni sono aberranti. E allora che sarà mai se un ragazzino di 5 o 10 o 12 anni fa una sega a uno più in là negli anni o se la fa fare? All’offerta sessuale del bambino bisogna che l’adulto responsabile dia una risposta sensuale e non una risposta astratta a base di rimproveri, ammonizioni e di sfiducia verso al propria sessualità e di orrore verso quella degli altri, tutti potenziali mostri dietro l’angolo. Se per fare questo gli si prende in mano il pisello o le si accarezza la passerina che sarà mai?».
    Mario Mieli è stato un importante esponente della cultura omosessuale. Ha scritto Elementi di critica omosessuale, testo ritenuto fondamentale dal movimento LGBT italiano e internazionale, dove scrive, tra l’altro: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto» (Elementi di critica omosessuale, 2002, p. 62)
    Peraltro nello stesso testo Mieli non esita a includere nel suo elenco di esperienze redentive la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia.
    Sembra proprio che, attraverso affermazioni apparentemente provocatorie, si stia riformando un movimento culturale che riprenda, per diffonderle socialmente, le tematiche sulla pedofilia che nei primi anni ’70 erano state lanciate provocando pubblico scandalo. Soltanto chi non sa osservare la fenomenologia degli eventi culturali e i loro riflessi, di sollecitazione e di copertura allo stesso tempo, di ciò che avviene nella pratica sociale, può sottovalutare i segnali che io cerco di evidenziare nei miei scritti allo scopo di prevenire una deriva di tipo pedofilo nel prossimo futuro.

    I richiami al satanismo nei miei scritti.Potrebbe sembrare a prima vista che i richiami al satanismo nei miei scritti siano privi di senso, quasi fossero la manifestazione di una mia attitudine poco equilibrata.
    Purtroppo le cose non stanno così. Infatti ho potuto constatare con frequenza nel corso dei miei studi che molti siti porno/gay contengono inequivoche sollecitazioni di tipo satanico che non si trovano affatto nei siti pornografici non gay. Nel 2002 in particolare ho studiato le notizie rintracciabili on-line sulla setta pedofila satanica denominata gli angeli di Sodoma, che hanno compiuto abusi sessuali in cimiteri e in presenza di cadaveri dissepolti. Anche qui si tratta di perversioni abominevoli. Non ho mai affermato che esse siano direttamente ricollegabili alle pratiche di erotismo anale maschile. Il fenomeno va tuttavia approfondito sul piano scientifico, sociologico e giudiziario. Le correlazioni di tipo statistico vanno esaminate con cura. I gestori dei siti pornografici che contengono chiare sollecitazioni sataniste vanno monitorati con attenzione scientifica e sociologica.
    Io ho sentito il dovere di richiamare anche questi aspetti oscuri che vengono normalmente sottaciuti per il timore di suscitare polemiche o per indifferenza verso problematiche assai complesse che riguardano i lati oscuri della personalità umana, non raramente fomite di delitti.
    Credo che l’attenzione a queste fenomenologie, che si stanno sempre più diffondendo sul web, sia doverosa da parte di tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la dignità delle persone, ivi comprese delle persone omosessuali, talora attratte, come risulta dalle rappresentazioni sui siti web, probabilmente contro la loro volontà, a compiere atti e gesti connessi con espressioni sataniste.
    Sono certa che l’Autorità giudiziaria e, in particolare le Autorità della Procura della Repubblica, che hanno aperto sollecitamente un procedimento penale nei miei confronti, moltiplicheranno il loro impegno per prevenire i gravi abusi della dignità e della libertà umana che sono sottesi a molte manifestazioni pornografiche che appaiono sui siti pornografici gay e non soltanto su questi.

    Confidando che l’Autorità voglia richiedere l’archiviazione del procedimento, porgo il senso della mia osservanza.

    Torino, li 8 Maggio 2017

    * * *

    Post scriptum: allego alla memoria alcune pagine contenenti i riferimenti ai testi e alle pubblicazioni che danno conferma di quanto da me scritto. Nell’Allegato D indico una serie di siti pornografici gay che rappresentano scene allusive al satanismo nonché pratiche aberranti di tipo sadico e, inoltre, la pratica volta al contagio volontario dell’AIDS.


    Dopo una lunga serie di affermazioni opinabili (e di strumentalizzazioni cliniche che si basano sulle asserzioni del leader omofobo Puccetto (collaboratore di Adinolfi e di Amato in varie iniziative di propaganda dell'odio omofobico), ci tocca sentire una donna che giura in nome di Dio che l'Oms avrebbe falsificato la depatologizzazione dell'omosessualità nonostante il dato storico è una votazione avvenuta per alzata di mano come si conviene a tutti i temi che sono ritenuti omari assodati e condivisi.
    Ma ancor pià surreale è come la signora vomiti accuse ideologiche, politiche e discriminatorie anche tra gli allegati. Troviamo una bibliografica in cui ha omesso l'anno di pubblicazione delle opere e un nutrito elenco di siti pornografici che lei sostiene basterebbero a dimostrare che i gay sarebbero seguaci di satana dato che ha omesso tutti i siti pornografici eterosessuali dalle tematiche simili. Il tutto mentre L'Occidentale sostiene che tale atteggiamento vada apprezzato perché a danno dei gay.

    Nell'allegato A si parte con le sue teorie sulla «circonferenza di feci e pene», proseguendo poi con il suo sostenere che esieterebbero «patologie sessualmente trasmissibili, più gravi nel rapporto anopenieno passivo». Ed è sempre con toni pruriginosi e propagandistici che la donna scrive:

    Il sesso anale non protetto (con un partner sieropositivo) è per il partner recettivo (quello che in italiano chiamiamo passivo e che il inglese si dice bottom, ndt) è l’atto sessuale che ha più probabilità di tradursi in HIVtransmission. [17] [18] [19] Altre infezioni che possono essere trasmesse dal sesso anale non protetto sono papillomavirus umano (HPV) (che possono aumentare il rischio di cancro anale [92]); febbre tifoide; [93] amebiasi; clamidia; [18] criptosporidiosi; E. coli infezioni; giardiasi; gonorrea; [18] epatite A; epatite B; epatite C; herpes simplex; [18] del sarcoma di Kaposi associato herpesvirus (HHV-8); [94] linfogranuloma venereo; Mycoplasma hominis; Mycoplasma genitalium; pidocchi; [18] salmonellosi; Shigella; sifilide; [18] tubercolosi; e Ureaplasma urealyticum. [95]

    Pare buffo che a sostenetelo sia una fondamentalista che collabora con un Mario Adinolfi che nega i rischi dei rapporti non protetti o di quella Costanza miriano che organizza incontro negli oratori per invitare le bambine a fare sesso bareback. Eppure è negli allegati C che la signora De Mari pare giocarsi il tutto per tutto nel suo sostenere che i gay promuoverebbero il sesso non protetto mnetre lei manifesta contro le loro campagne sull'uso dei preservativi:

    Bareback è il termine in gergo per il sesso senza preservativo. Chi frequenta gruppi bareback usa farmaci antiretrovirali con finalità ricreative, ossia per prevenire il contagio al quale si espone. Inutile dire che l’assunzione di questi farmaci non è senza conseguenze sul fisico, che il farmaco retrovirale blocca l’aids, ma non sifilide, gonorrea, herpes eccetera e che ha anche azione psicoattiva per cui è usato a scopi ricreativi, e che se ad esso si unisce l’uso di droghe, si rischiano complicazioni serissime. Tra l’altro questi medicinali sono molto costosi, per cui si sta sviluppando un mercato nero.

    Citando un blog personale pubblicato  su Blogspot, è generalizzando che la donna afferma:

    http://*************.blogspot.it/2015/01/barebacking.html In parecchi siti si legge la frase Condom is for pussy, real men fuck bareback. Il sesso bareback è praticato in molte dark room di circoli gay sovvenzionati dallo Stato.

    La tesi fa riferimento alle accuse lanciate dalle iene contro l'Unar, incurante di come i giudici abbiano dimostrato la totale falsità delle tesi sostenute dalle lobby omofobe di cui lei è parte.

    Sempre citando siti pornografici che eleva a presunta "dimostrazione scientifica" del suo odio, è nell'allegato D che la fondamentalista incalza:

    Qui ci sono link dove si evidenza sesso non protetto (bareback) unito alla blasfemia e al sacrilegio, e dove si evidenzia anche la forte tendenza al “bug chasers” letteralmente cacciatori di insetti: la pratica cioè di avere rapporti con persone sieropositive. Sono scene estremamente violente e sgradevoli, oltre che blasfeme. Vorrei attirare l’attenzione che in tutte le scene di penetrazione anale, solo colui che penetra ha il pene in erezione. Colui che è penetrato non lo ha mai (perché dovrebbe? L’ano fa parte del tubo digerente). Nel sesso, almeno in teoria, entrambi i partner possono raggiungere l’orgasmo. Sono anche rappresentati molto spesso fisting e rosebud, pratiche basate sulla presenza di gravi patologie anorettali, in prolasso e l’incontinenza dello sfintere.
    un sito dedicato al diventare sieropositivo di proposito
    la spiegazione teorica basata sulle teorie di magia sessuale di Alister Croweley
    sito dedicato al felching, la pratica dell’ingestione di sperma, sia direttamente dal pene che succhiato dalla cavità anorettale di un altro uomo.
    In questo video si vede una tecnica consigliata per contagiare l’HIV: si svuotano in una ciotola il contenuto di preservativi usati e da questa ciotola si fa con una siringa una somministrazione per via anorettale.
    molto forte la blasfemia anticristiana
    spiegazione teorica del rapporto tra satanismo e bug chaser
    in questo sito si possono vedere le due pratiche basate su patologia proctologica: l’insufficienza dello sfintere e il prolasso, rispettivamente fisting e rosebud.
    in questo sito si possono vedere fisting e rosebud
    c’è la spiegazione tecnica della pratica del felching.

    Se una simile lista (tutta rigorosamente cliccabile sulle pagine de L'Occidentale) è dimostrazione di quanta malafede muova la donna, facile sarebbe osservare che simili contenuti spopolano in rete anche in chiave eterosessuale. Siamo dunque dinnanzi ad una vergognosa generalizzazione ideologica vomitata in nome del suo odio contro i gay.
    Surreale è poi il suo accanimento nell'accusare i gay di fare sesso non protetto, soprattutto se si considera come i suoi comizi abbiano spesso previsto la presenza di quel Luca Di Tolve che nel suo libro dichiarava di aver tentato intenzionalmente e volontariamente cercato di contagiare dei gay con l'HIV in anni in cui di HIV si moriva.


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