Bucci si inventa un registro per discriminare chi non è eterosessuale e sposato


«Avevamo capito fin dalla sua istituzione, voluta fortemente dalla Giunta comunale nonostante le proteste delle opposizioni e delle associazioni dei cittadini, che il “Registro delle famiglie” fosse stato istituito con l’unico scopo di tracciare una linea di demarcazione tra famiglie di prima e di seconda classe, o meglio tra famiglie “vere” e non-famiglie. A partire da ieri, con l’approvazione in Consiglio Comunale di 9 Ordini del Giorno che assicurano una serie di benefici e agevolazioni economiche alle famiglie iscritte al Registro, il suo significato divisivo, iniquo e discriminatorio comincia ad assumere concretezza». È quanto denuncia Arcigay Genova.
«Preoccupa il fatto che genitori single, vedovi, divorziati, coppie conviventi, coppie di fatto e unioni civili, che costituiscono la metà delle famiglie genovesi e che non possono iscriversi al registro, risultino esclusi da questi provvedimenti. Ma preoccupa ancora di più il fatto che chi governa la nostra città non solo consideri questa discriminazione una cosa normale, ma addirittura la persegua attivamente. Ciascuno dei 9, iniqui, Ordini del giorno non mancano di riportare, all’ultima riga, la rassicurazione sul fatto che ogni provvedimento verrà preso senza creare “nessuna irragionevole disparità di trattamento rispetto ai membri di unioni civili e convivenze”: se questo risultasse vero, come ci auguriamo, svuoterebbe interamente di significato il Registro, che rimarrebbe solo l’ennesimo odioso tentativo di stilare un “censimento” e andrebbe pertanto immediatamente cancellato.
Ma se così non fosse, se davvero verranno agevolate solo le famiglie iscritte, ci troveremo davanti a una discriminazione violenta e anticostituzionale, un fatto gravissimo che penalizzerà delle famiglie e dei bambini, colpevoli di essere figli di coppie considerate “non regolari”. Ci chiediamo quale sia l’obiettivo ultimo di questo Registro e di questi provvedimenti. Forse il Sindaco e la giunta Bucci vogliono vederci tutti sposati? In questo caso ricordiamo loro che non a tutti i cittadini l’istituto del matrimonio è accessibile, e anzi torniamo a chiedere con forza il matrimonio egualitario per le persone dello stesso sesso.
Ci auspichiamo che il Sindaco e la Giunta non vogliano costruire una Genova ingiusta e iniqua, ma che cancellino il registro delle famiglie strumento discriminatorio o, nelle migliore delle ipotesi, inutile, e che si occupino di tutte le variegate e diverse famiglie presenti nella nostra città».
Insomma, si è iniziato con il "prima gli italiani", si è passati a "prima gli italiani eterosessuali" ed ora siamo già al "prima gli italiani eterosessuali sposati secondo il volere del sindaco".
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