Il commissario Salvini arresta Battisti. E l'indegna fiction va in onda in diretta streaming
È travestito da poliziotto che il ministro Matteo Salvini ha affidato al suo ufficio di propaganda l'organizzazione di una diretta Facebook che gli permettesse di poter trasmettere dalla sua pagina personale le immagini del «suo» arresto di Cesare Battisti.
Già, perché nella retorica di Salvini lo stato non esiste. È lui a fare gli arresti. È lui a decidere la classifica dei cittadini che vengono prima degli altri. È lui stabilire le tasse ed è lui la polizia. Gli agenti che rischiano la vita per le strade sono una nullità, è lui è il grande a cui va dato il merito del loro lavoro anche se lui non è il capo della polizia.
E dal ministro a cui piacciono le ruspe, la brum brum e la Nutella non ci si poteva aspettare null'altro che una carnevalata che ricorda i tempi in cui i barbari portavano in processione i resti dilaniati dei loro nemici. Il nemico va sventolato, soprattutto se il ministro ha trascorso gran parte del suo tempo a scrivere messaggi propagandistici in cui sottolineava come quello fosse un «terrorista comunista» e non uno di quei tanti terroristi neri che non paiono interessargli più di tanto.
Salvini diceva anche che grazie al suo amico Bolsonaro avrebbe potuto ridare «dignità» alle famiglie delle vittime. Ma dov'è la dignità nell'aver trasformato quell'arresto in una fiction televisiva da esibire come messo di propaganda personale in vista delle europee? Il Sole 24 Ore non va certo sul leggero nel commentare il tutto dicendo che «ci sono limiti di buonsenso oltre i quali la comunicazione istituzionale non dovrebbe spingersi. Mai». Ma con Salvini pare che quel limite venga oltrepassato quasi quotidianamente. E lui lo sa.
Lo sa perché lo ha detto lui. Era il 4 febbraio del 2015 quando Salvini rilasciò un'intervista a Panorama in cui definiva «scene raccapriccianti, da far vergognare» le immagini televisive che mostrarono l'arresto di Loris, una mamma accusata di aver assassinato. Ed è inveendo contro quelle immagini che aggiunse:
Io non sopporto la spettacolarizzazione. Chiederei agli inquirenti, agli avvocati, ai magistrati, di fare tutto nel massimo riserbo e nel massimo silenzio. Non dovrebbe trapelare nessuna notizia, fino al processo non dovrebbe uscire nulla sui giornali. Poi non bisogna mai esibire un catturato. Se devi portare via uno, lo porti via di nascosto, la notte. Vedi Bossetti, per esempio.
Due anni dopo si è presentato travestito da poliziotto a spettacolarizzare un'arresto con tanto di diretta Facebook. E non certo una qualche diretta da un qualche sito istituzionale, ma una fiction erogata dalla sua paginetta personale dato che il tutto doveva avere una finalità di promozione della sua immagine. Lo stato e i ruoli istituzionali vengono dopo, prima viene lui e la sua smania di autoesaltazione.
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