Integralisti senza vergogna. La Luce di Maria spergiura che Luca Di Tolve fosse «un’icona del modo gay»
È estenuante come la propaganda integralista continui a raccontare sempre le stesse balle, spesso aggiungendoci particolari inventati di sana pianta per tentare di dare più enfasi alla loro promozione d'odio. Ad esempio è La Luce di Maria a spergiurare che Luca Di Tolve fosse un «militante così attivo che era lì per diventare un’icona del modo gay».
In realtà la storia è un po' diversa. Se è pur vero che i racconti di Luca Di Tove si contraddicono al punto da rendere impossibile determinare la verità, è nel suo libro che il sedicente "ex-gay" racconta tutto tronfio di come lui si prostituisse e cercasse sesso in cambio di favori. Dice anche di essere stato iscritto ad Arcigay, ma spesso omette di precisare che si presentò da loro con l'unico scopo di proporsi di organizzare crociere in collaborazione con il mensile Babilonia allo scopo di trovare ragazzi con cui fare sesso. E non va meglio con il suo vantarsi di essere stato eletto "Mister gay" dato che in una sua intervista si fece sfuggire che quel titolo gli sia stato dato durante una serata tra amici e non certo nel corso della più nota manifestazione nazionale.
Ma tutto questo pare non interessare ad un sito integralista che pare ossessionato dal suo tentativo di sostenere che i gay possano essere accusati di non "voler essere" eterosessuali. Ed infatti neppure si capisce il senso di un articolo che racconta banalità propagandistiche senza avere alcuna notizia da dare. Sotto al titolo "Medjugorje: ero gay, la conversione mi ha reso eterosessuale", scrivono:
Luca Di Tolve era gay, ma, durante un pellegrinaggio, si convertì e sentì di poter condividere la sua vita con una donna. Così, si è, poi, sposato, suscitando l’irritazione delle lobby gay, che non hanno mai visto di buon occhio la “trasformazione” di quel militante così attivo che era lì per diventare un’icona del modo gay.
Passando al solito vittimismo che infarcisce la propaganda d'odio dei gruppi fondamentalisti, tale Antonella Sanicanti se ne esce dicendo:
In particolare, il circolo Pink-gay di Verona, tempo fa, cercò di impedire che Luca parlasse pubblicamente della sua storia, nella loro città, nella parrocchia di Monteforte.
“Aiutare tutte le persone sofferenti, che portano dentro di se ferite e dipendenze a livello emotivo, relazionale, di identità sessuale, di abuso e di violenza, che hanno difficoltà nell’avere sane e buone relazioni, con il fine di ritrovare la propria identità in Cristo”. Le parole che sottolineano il suo impegno e quello di e quello di Teresa. Un impegno che li ha spinti a fondare l’Associazione Gruppo Lot Regina della Pace Onlus.
Il riferimento è a quell'organizzazione in cui Luca Di Tolve propone le teorie di Nicolosi per la «cura dell'omosessualità». Teorie antiscientifiche che la scienza reputa causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio, ammazzati da sedicenti «cristiani» che hanno tentato di inculcargli sensi di colpa sostenendo che così avrebbero odiato a sufficienza sé stessi da poter negare la propria natura.
Non è quanto dice la signora, pronta a sostenere che la difesa dei gay che non riscono ad accettare sé stessi sarebbe da intendersi come un comportamenti «anti-etero»
Ci sembra, questo, un ottimo argomento da anteporre a una serie di news anti etero che, ultimamente, si stanno perpetuando senza fine, sia in Web, che per le strade. Luca ha scritto anche un libro, in merito alla sua situazione esistenziale, dopo Medjugorje, che gli aderenti al circolo Pink-gay considerano, addirittura, “un insulto alle persone delle lobby Lgbt”.
Santificando l'uomo che benedice il suo odio contro i gay, la redattrice dell'articolo si lancia nel raccontare che i gay andrebbero "difesi" da chi non va da loro a dirgli che devono sentirsi "sbagliati":
Dalla sua militanza gay, alla ricerca di Dio, passando per la malattia (sieropositivo dal 1996). Un percorso lungo e sofferto che è partito da un rivelazione: “Anche tu puoi essere padre”. Quella frase ha innescato in Luca un processo inarrestabile di conversione. E da ex gay ha puntato il dito contro tutte i raggiri che si celano dietro i “finti difensori dei diritti degli omosessuali” troppo spesso sfruttati, a loro insaputa per fini anche politici ed economici, su cui anche buona parte della chiesa sembra essere ancora impreparata o addirittura cieca. Una testimonianza coraggiosa che porta avanti, come descritto non solo a parole ma anche con le opere.
Insomma, è l'ennesima accozzaglia di sciocchezze con cui il fondamentalismo tenta di promuovere una cultura d'odio basata sul sistematico stupro del nome di Dio. Ed il bello è che queste porcherie vengono pubblicate su un sito che dice di parlare a nome della madonna, in un atto blasfemo che potrebbe rasentare anche il reato penale di offesa al sentimento religioso.