Pedofilia, condannato il cardinale anti-gay George Pell
È stato tra i più acerrimi nemici della comunità lgbt, ora rischia sino a 50 anni di carcere per aver commesso abusi sessuali su minori. Il cardinale australiano George Pell, consigliere finanziario del papa e ministro dell’Economia vaticano, è stato ritenuto all'unanimità colpevole di abusi sessuali e di aggressione indecente contro due ragazzi nella cattedrale di St. Patrick a Melbourne negli anni ’90.
Le due vittime avevano 12 e 13 anni. Sono stati violentati nella sacrestia della cattedrale, subito dopo la messa domenicale.
Nel 1990, si presentò davanti alle telecamere di ABC News per sostenere che «L’omosessualità non esiste. Questa attività è sbagliata e crediamo che per il bene della società debba essere scoraggiata». E riguardo al tragico suicidio di uno studente gay all'interno di una scuola cattolica, il prelato commentò: «Questo è solo un altro motivo per scoraggiare certi atteggiamenti, impedire alle persone di andare verso quella direzione».
Sedici anni dopo, fu lui a coordinare una campagna di disinformazione volta ad impedire l'adozione alle coppie formate da persone dello stesso sesso, coniando lo slogan secondo cui i bambini «hanno bisogno di un padre e una madre»
Ed ancora, è nel 2007 che cercò di impedire una legge contro l'omofobia spergiurando che «non è vero che oggi gli omosessuali soffrono di qualche sorta di svantaggio legale e civile come è successo 40 anni alle persone di colore. Non ci sono problemi di giustizia o discriminazione».
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