Segnalazione all'Ordine degli Psicologi: «Gobbi sta patologizzando l'omosessualità»
Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione inviata all'Ordine degli Psicologi del Veneto in merito all'attività pubblica di Gilberto Gobbi, lo psicologo che è già stato segnalato all'ordine da alcuni colleghi cpon l'accusa di appoggiare quelle fantomatiche "terapie dell'omosessualità" che la scienza ufficiale riconosce come provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio e che l'Ordine vieta data la loro infondatezza e pericolosità. Se in quell'occasione se la cavò, oggi c'è chi chiede conto di ulteriori prove a suo carico.
Ricordiamo che chiunque volesse unirsi alla segnalazione presso l'Ordine del Veneto, potrà farlo inviando una email motivata all'indirizzo della segreteria. Di seguito il testo completo della segnalazione:
La presente segnalazione inerisce a degli scritti pubblici dello psicologo Gilberto Gobbi, residente a Verona e iscritto all'Albo degli Psicologi del Veneto nella Sezione A con il numero 789.
Gilberto Gobbi gestisce un blog e una pagina facebook personali che raccolgono uno spicilegio di articoli di giornali online propugnanti la liceità e la fondatezza delle terapie riparative sovente accostate alla tesi di una presunta tendenziosità dell'Ordine degli Psicologi, presentato come slealmente asservito a delle non meglio specificate "lobby Lgbt". Si riportano tre post a titolo di esempio:
- Nel sul blog, il 9 Gennaio 2015, Gobbi riporta un articolo apparso il giorno prima su "La Nuova Bussola Quotidiana" e dall'eloquente titolo: "Difendere Nicolosi e Obiettivo Chaire è una battaglia di libertà". Si noti che "Obiettivo Chaire" è una associazione cattolica che promuove le terapie riparative.
- Il 21 Maggio 2015 nella sua pagina facebook e nel sul blog Gilberto Gobbi riporta un articolo di "La Nuova Bussola Quotidiana" intitolandolo con esplicativa chiarezza: "Gay è bello, i giornalisti lo devono dire. Come l’Ordine rieduca i professionisti dei media".
- Gilberto Gobbi pubblica in data 8 aprile 2017 sul blog di Silvana De Mari un articolo dal titolo: "Delirio omosessualista, viaggio nella follia profonda" in cui sono riportate le seguenti affermazioni di Paolo Deotto: "Lo abbiamo detto più volte. L’omosessualità è una patologia; curabile, nella gran parte dei casi, ma resta comunque una patologia, che coinvolge le delicatissime sfere dell’affettività, della capacità di rapportarsi correttamente con gli altri e con la stessa realtà". L'articolo era già stato pubblicato da Gilberto Gobbi nel suo blog in data 17 Febbraio 2014.
Lo scritto di Gobbi fa riferimento alla voce F66.1 (intitolata "Egodystonic sexual orientation") della decima versione dell' "International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems" dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, spesso indicato brevemente con la sigla (ICD-10)-WHO. Si riproduce qui di seguito il testo inglese originale della voce:
"The gender identity or sexual preference (heterosexual, homosexual, bisexual, or prepubertal) is not in doubt, but the individual wishes it were different because of associated psychological and behavioural disorders, and may seek treatment in order to change it."
Si tratta di una mera definizione dell'orientamento sessuale egodistonico (oppure, detto ancora più perspicuamente, della definizione di egodistonia applicata al caso specifico dell'orientamento sessuale). La traduzione italiana di Gilberto Gobbi è senza dubbio accettabile, ma i commenti che ne seguono sono mistificatori e avvalorano una interpretazione fallace, deteriore e chiaramente rivelatrice se non di fraudolenza certamente di un livello di ignoranza che per uno psicologo è inammissibile. Infatti dire che l'individuo con preferenza sessuale egodistonica "può cercare un trattamento per cambiarla" non è, ovviamente, da intendersi come legittimazione delle terapie riparative da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ma è semplicemente una descrizione dei comportamenti indicatori di egodistonia dell'orientamento sessuale fra cui, per l'appunto, la ricerca di potenziali metodi volti a modificarlo.
Si sottolinea l'estrema gravità del fatto che uno psicologo presenti e commenti un documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità come convalidazione delle terapie riparative. E questo viepiù in considerazione del fatto che proprio l'OMS si è espressa con inflessibilità nei confronti delle terapie suddette per esempio in un documento il cui titolo tradotto in italiano recita: "Cure per una malattia che non esiste. Le presunte terapie volte a cambiare l’orientamento sessuale mancano di giustificazione medica e sono eticamente inaccettabili."
Qui il link al documento sopraccitato.
Il travisamento di Gilberto Gobbi è ascrivibile certamente ad una ignoranza ingiustificabile per uno psicologo ma probabilmente anche a deliberata disonestà. Si ritiene inverosimile che si tratti di un fraintendimento in buonafede dacché c'è un sottile dettaglio rivelatore da evidenziare. La definizione F66.1 si riferisce all'egodistonia applicata all'orientamento sessuale in generale (sia esso eterosessuale, bisessuale, omosessuale o prepuberale) come espressamente specificato sia nel testo originale che anche nella traduzione di Gilberto Gobbi e NON all'egodistonia applicata specificatamente solo all'orientamento omosessuale. In altre parole, se si fraintende la definizione F66.1 come giustificazione delle terapie riparative volte a modificare l'orientamento sessuale da omosessuale in etero, se si è onesti la si deve fraintendere anche come giustificazione di ipotetiche terapie volte a modificare l'orientamento sessuale da etero in omosessuale, cosa che Gobbi assolutamente non fa.
C'è un altro aspetto che disvela la marchiana scorrettezza di Gilberto Gobbi. Nella sua visione dell'omosessuale egodistonico esclude tutte le cause esterne dell'egodistonia (quali ad esempio il minority stress e l'omofobia) e in modo nemmeno troppo larvato associa all'omosessualità un disagio intrinseco che può essere rimosso solo rimuovendo l'omosessualità stessa. Sarebbe bastato leggere qualche riga sopra alla definizione F66.1 del (ICD-10)-WHO. Infatti nel paragrafo F66 intitolato "psychological and behavioural disorders associated with sexual development and orientation" c'è una nota che afferma esplicitamente: "sexual orientation by itself is not to be regarded as a disorder" in barba a tutto il discorso capzioso e sconclusionato di Gilberto Gobbi che vede nell'omosessualità stessa una forma di ingenito malessere.
Qui il link al documento dell'OMS.
La conclusione del post di Gobbi, che si discosta diametralmente dalla posizione dell'Ordine degli Psicologi espressa ad esempio nel comunicato "Noriparative: l'omosessualità non è una malattia da curare" non necessita di alcun commento. Qua il link al suddetto comunicato.
C'è da domandarsi perché un iscritto le cui posizioni sono in così aperto conflitto con quelle dell'Ordine e che taccia l'Ordine di negare ingiustamente delle cure agli omosessuali che vorrebbero diventare etero non si distacchi definitivamente dall'Ordine stesso cancellando per coerenza la sua iscrizione all'Albo.
Gobbi sta patologizzando l'omosessualità e non l'egodistonia e afferma inoltre che la posizione dell'Ordine secondo cui "l'omosessualità di per sé costituisce una variante del comportamento sessuale umano e nessuna terapia può essere effettuata per cambiare un orientamento sessuale" sarebbe asserita "senza fornire alcuna motivazione scientifica". Si tratta chiaramente di una denigrazione della rettitudine dell'Ordine veramente inconcepibile soprattutto considerato il fatto che le maggiori associazioni professionali di salute mentale hanno pubblicato numerosissime prove e ribadimenti sia del fatto che l'omosessualità è una variante naturale della sessualità umana sia degli effetti iatrogeni nefasti e dell'infondatezza delle terapie riparative che in taluni casi sono state causa finanche di suicidio. Si veda ad esempio il dossier di 140 pagine dell'American Psychological Association sull'illegittimità e sui danni delle terapie riparative.
Si sollecita pertanto l'Ordine degli Psicologi del Veneto, quale organo preposto, ad una analisi della situazione qui esposta e all'attuazione solerte di provvedimenti disciplinari condegni in quanto gli scritti dello psicologo Gilberto Gobbi rappresentano una grave mistificazione della posizione dell'OMS, rappresentamento un deprecabile avvaloramento delle antiscientifiche terapie riparative, rappresentano una forma di disinformazione che da parte di uno psicologo è totalmente aborrevole e rappresentano uno sprone a considerare l'omosessualità nell'alveo di ormai viete e antiscientifiche categorie patologizzanti e dunque una surrettizia legittimazione di comportamenti razzisti. Nondimeno le parole di Gobbi adontano e insudiciano la figura professionale rappresentata dall'Ordine di cui viene messa in dubbio l'integrità deontologica e rappresentano un esiziale pericolo per le persone omosessuali più fragili.