Silvana De Mari: «Da chirurgo dico che si può decidere di cambiare sesso guardando la TV. Con la sodomia vi cuccate una malattia procologica. Morirete di Aids»
Ci sarebbe da domandarsi perché mai le sia dia ancora visibilità in un'epoca storica in cui la Lega di Matteo Salvini sta facendo di tutto per impedire che le scuole possano essere un salvagente contro eventuali torture psicologiche che le famiglie omofobe si dicono pronti ad infliggere ai propri figli in suo nome. Stiamo parlando si Silvana De Mari, la "scienziata" di Gianfranco Amato che va in giro a dire che l'omosessualità non sarebbe un orientamento sessuale come sancito dall'Oms, ma un «comportamento appreso» che può essere «disappreso» come sostiene Luca Di Tolve.
Intervistata da La Zanzara su Radio 24, la signora è tonata a sventolare i suoi titoli accademici nel raccontare che gay e transessuali sarebbero sbagliati e che lei non tollera possano vivere in santa pace la propria vita senza doveri sorbire le sue quotidiane ingiurie. Ed è così che se n'è uscita dicenso che «Sono contraria alla possibilità di cambiare sesso perché sono chirurgo e purtroppo non è possibile. Non si può cambiare sesso. Il nostro sesso è infuso in tutte le cellule. Nel campo della transessualità abbiamo dei corpi sani, che sono maschili o femminili».
In un crescendo di violenza, la signora ha iniziato A chiarire che il prossimo dovrebbe renderle conto di quello che ha nelle proprie mutande. Tutto normale per una signora che si fa invitare dai preti a proiettare immagini di feci sull'altare maggiore delle loro chiese. Ed è così che sbraita: «Il caso di Vladimir Luxuria è fortunatamente quello di un corpo sano, perché lui ha avuto la grandissima saggezza di conservare i testicoli. Quindi, è tutto e per tutto, un maschio, un maschio sano, semplicemente con due protesi mammarie. E questo va benissimo. La nostra mente, però, non può essere in disaccordo col nostro corpo. Se non si adatta al corpo, quella che dovrebbe essere aiutata è la mente, quindi l’intervento per cambiare sesso consiste in un’amputazione dei testicoli e dello scroto per fare una cosiddetta nuova vagina, il che è completamente improprio, perché la vagina non può essere imitata. Questa cosa è un buco che deve essere tenuto aperto. La persona che cambia sesso, e che evidentemente si odia, avrà un corpo che per tutta la vita cercherà di cicatrizzare. Quindi, la cosiddetta neo-vagina è una cavita che va tenuta dilatata ogni giorno, cioè deve essere tenuta aperta».
Incurante di come il motivo dei suicidi da lei citati sia l'odio che lei stessa promuove in ode a quel Massimo gandolfini che dovrà rendere conto a Dio di numerose colpe, la signora incalza: «Le persone che si sottopongono a questo intervento moltiplicano per 20 il rischio di suicidio. E dunque col denaro pubblico si fanno interventi che moltiplicano per 20 il rischio di suicidio e rendono malato un corpo sano. Invece, si dovrebbe fare il contrario: insegnare la mente ad accettare il corpo. Si sta spiegando ai bambini, grazie anche a Real Time e ad altre trasmissioni, che possono anche diventare maschio o femmina».
«Ma non è che uno guarda la televisione e decide di cambiare sesso», ha commentato David Parenzo.
«Secondo me, sì» ha risposto la signora De Mari.
Ed è cercando di patologizzare le persone transessuali che la signora se n'è uscita aggiungendo: «Non bisogna modificare il corpo, ma la mente. Nel 90% dei casi alla disforia di genere è associato a un’altra patologia. Nel 10% dei casi di schizofrenia, la disforia di genere è uno dei sintomi. Se facciamo cambiare sesso al paziente, allora, è un disastro. Da queste cose, secondo me, si può guarire. L’omosessualità, però, non è una malattia ma un comportamento che può essere abbandonato, come dimostrano tutti gli ex gay. Con quali cure? Decidendo soprattutto di abbandonare l’omosessualità. Ci vuole una volontà d’acciaio, è una roba da marines. Vi do anche la notizia dell’anno: gli ex gay sono più numerosi dei gay».
Facendo colpevole disinformazione e utilizzando i termini in contesti diverso da quelli reali, la fondamentalista si è messa a raccontare che «In qualsiasi manuale di sessuologia lei troverà scritto che le persone che hanno un comportamento omoerotico per tutta la loro vita sono circa l’1,5 – 1,8% % della popolazione. Chi invece è stato gay per un periodo più o meno lungo della vita è l’8 per cento della popolazione. Non mi pare di aver detto una cosa così buffa e strampalata. Una società in cui gli uomini amano le donne e viceversa, mettono al mondo e amano dei bambini è una società molto più felice. Quello che mi fa paura delle persone gay è che sono il 2%, ma sono anche il 50% di nuovi casi di Aids e l’80% di nuovi casi di sifilide. Per anni i medici che dicevano che c’era una correlazione tra fumo e cancro venivano denunciati e condannati per diffamazione. Succede lo stesso adesso sui gay. Che si ammalano più degli altri perché usano il tubo digerente per fare sesso, e non è portato per quelle attività. Tutti gli ex gay dichiarano di essere molto più felici da ex e molto più equilibrati. Non ho mai conosciuto un gay con un equilibrio pieno. C’è una grossa percentuale di persone gay con un gran numero di partner e hanno 140 volte più degli altri il rischio di beccare l’Aids e la sifilide. C’è chi arriva ad avere 400 partner l’anno, più di uno al giorno. Voi non avete mai visto morire una persona di Aids, io sì».
Quindi, stando alla teorie della signora De mari, se prendere dei dati a caso, li rimaneggiate con finalità propagandistiche e dite di conoscere una donna morta di parto, sarebbe vostro diritto dire che le donne gravide devono essere obbligate ad abortire perché così non correranno rischi. Quindi, in nome di Silvana De Mari, potrete esigere che i feti siano sistematicamente uccisi nel suo nome. Una follia? Esatto, esattamente come la tesi sostenuta dalla miliziana che ha immolato la sua vita alla cultura della morte predicata dal fondamentalismo organizzato.
E dato che alla follia non esiste fine, la signora ha pure aggiunto: «Conosco molti gay, che si fanno chiamare Gey, e si rendono conto che il sesso anale è qualcosa di negativo, quindi lo rifiutano. Il sesso, l’essere maschio e l’essere femmine, servono per proprio per la riproduzione. Il sesso non è un giocattolo. Due maschi insieme si possono strofinare delle robe, sì, vabbè, possono essere contenti. Ma la sessualità non è questo. Con la sodomia invece vi cuccate una malattia procologica. E poi ci perdete qualcosa, perché è molto più divertente il sesso col diverso».
Davanti a questo ennesimo delirio, il fatto che la signora De Mari ami profanare le chiese proiettando escrementi sugli altari pare un atto meno grave delle colpe di cui dovrà rispondere a quel Dio che ama citare come giustificazione al suo odio. Probabilmente si potrebbe anche ipotizzare che la signora De Mari pare la prova vivente che il male esiste.
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