Victoria vieterà le cosiddette «terapie riparative dell'omosessualità» dopo che l'HCC ne ha dimostrato la pericolosità

Il governo Victoria (dove si trova Melbourne, con 5 milioni di abitanti) sia presta a diventare il primo Stato dell'Australia a vietare per legge le cosiddette «terapie riparative dell'omosessualità». O, come preferisce chiamarle il Premier Daniel Andrews, quella «ciarlataneria bigotta».
Fonte di enormi guadagni per alcune sette religiose, le cosiddette «terapie riparative dell'omosessualità» si basano sull'inculcare sensi di colpa nelle vittime. La scienza ufficiale la indica come una pratica dannosa, prevenuta e screditata, provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio.
«Sono una forma di tortura, una pratica crudele che perpetua l'idea che le persone LGBTI debbano essere in qualche modo distrutte», ha dichiarato Andrews. «Alcuni sopravvissuti, alla ricerca di un genuino sostegno professionale, si sono invece trovati nelle grinfie di questa ciarlataneria bigotta».
È questo il motivo per cui lo stato intende proteggere i bambini e gli australiani dalle sette omofobe, non senza presentare i risultati di una ricerca commissionata alla Health Complaints Commission (HCC) che ha esaminato tali pratiche e ha dimostrato come provochino sofferenze e gravi danni psicologici a lungo termine.
La legislazione non sarà probabilmente introdotta in parlamento fino al prossimo anno, ma l'HCC raccomanda di formulare una denuncia chiara e inequivocabile contro quella forma di tortura, spiegando come le pratiche di conversione debbano essere proibite per legge.


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