I miliziani integralisti tornano ad agitare il fantasma «gender» contro l'educazione al rispetto
All'integralista Massimo Gandolfini e al senatore leghista Simone Pillon non piace che il prossimo possa essere rispettato, così come amano dismostrare ogni qualvolta ostentano come il loro dichiararsi opinabilmente «cristiani» serva solo ad agitare crocefissi e rosari contro i diritti di stranieri e minoranze varie. Per questo si sono inventati quel fantasma «gender» che, grazie ad anni di terrorismo, si è tramutato in una scusa sempre valida per impedire qualunque lezione scolastica possa contrastare l'omofobia e il sessimo.
Mentre i dati statistici dimostrano che il bullismo omofobo è sempre più pressante nelle classi italiane, è in loro nome che imprecisati «genitori» triestini ed udinesi che si chiede vanga impedita agli studenti la partecipazione ai corsi contro i pregiudizi e le discriminazioni. Il tutto accade in nome dell'accordo che Gandolfini ha siglato con quel ministro leghista dell'istruzione che a fine mese affiancherà Forza Nuova ed Alba Dorata nel convegno di Gandolfini che mira a promuovere una visione integralista, sessista ed omofoba della famiglia.
Incuranti di come le proteste arrivino sempre da personaggi legati a doppia mandata con la lobby integraliste, i quotidiani locali non si sono fatti scappare l'occasione per fare disinformazione attraverso titoli come: “Arcigay in cattedra”, “I genitori all’attacco contro gli insegnanti”, “Vogliono inculcare il gender”. Il risultato cè che i bambini saranno privati da ogni tutela per compiacere un fondamentalista che ama abusare di loro al punto da avere il persino coraggio di sostenere che lui starebbe «difendendo i bambini» attraverso la sua strenua promozione dell'odio.
Se è da anni che quei corsi di tengono senza problemi e sono persino stati premiati dal Presidente della Repubblica, con l'avvento della lobby di Gandolfini pare sia impossibile educare alla diversità senza che lui si metta a sbraitare che i barbini devono essere indottrinati al suo odio verso chiunque non sia espressione di sé stesso. Per questo le associazioni organizzatrici osservano che: «Di fronte agli ennesimi attacchi, in 10 anni di attività il progetto ha contribuito alla diffusione di una cultura della prevenzione e del contrasto del bullismo omotransfobico in stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche e con il sostegno degli enti locali [...] Non ci faremo fermare da chi vorrebbe ricondurci ad un passato segnato dai pregiudizi, dall’esclusione, dall’invisibilità imposta alle vite delle e degli adolescenti LGBT” spiegano Antonella Nicosia, Presidente Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia Onlus, Angela Cattaneo (Presidente Alfi Lune) e Nacho Quintana Vergara (Presidente Arcigay Friuli). “Continueremo il nostro impegno con le scuole per futuro senza discriminazioni per orientamento sessuale, identità ed espressione di genere».