Prosegue l'incitamento alla violenza contro i dissidenti: dopo Camilleri, Salvini mette alla gogna pure Vauro

Il leghista Matteo Salvini sostiene che «non esiste eccesso di legittima difesa» e ogni italico cittadino dovrà restare impunito qualora decidesse di ammazzare persone in fuga o disarmate. Si potrà uccider chiunque si vorrà, basterà dire che si aveva l'impressione che fosse un ladro così come ci è stato insegnato dal caso di Oscar Pistorius.
Il leghista si mostra tutto tronfio nel suo progetto per la distribuzione su larga scala di armi da fuoco, forse incurante o forse calcolatore su come ciò porterà ad un inevitabile incremento di pistole che verranno impugnate anche dai malviventi. Se ci saranno più morti, lui potrà chiedere che si vendano più armi e si arriverà ben presto alla disastrosa situazione che si osserva negli Stati Uniti.
Tutto ci porta a ritenere che il ministro leghista stia proponendo un nuovo far-west in cui alle ruspe seguirà la sua ambizione di poter giocare a fare il pistolero. Ed infatti è nei termini di un Walker Texas Ranger che Libero dipinge il loro "capitano" in merito alla denuncia che il ministro annuncia di voler presentare contro una vignetta di Vauro in cui il disegnatore avrebbe peccato di lesa maestà nel contestare i suoi progetti di imbarbarimento della società attraverso la depenalizzazione dell'omicidio e l'introduzione del principio per cui la proprietà privata avrebbe più valore della vita umana:


Paiono dunque passati i tempi in cui il leghista cercava voti sostenendo che la satira dovesse essere libera e che l'irriverenza fosse sempre lecita. Evidentemente sottintendendo che tale principio valesse solo contro gli islamici e non certo contro l'élite leghista da lui rappresentata:


In barba alle sue stesse tesi, è inveendo contro i «sinistri» (termine coniato dal suo ufficio di propaganda per denigrare i cittadini che osano votare partiti estranei alla sua coalizione) che il ministro alterna una chiara intimidazione al suo consueto incitamento dei propri proseliti all'insulto del dissidente:


Ironizzando sull'abitudine del leghista a scattarsi selfie e indicando come la diffusione di armi creerà immancabili tragedie basate su tragici incidenti (anche se, purtroppo, è presumibile che il numero maggiore di morti verrà contato tra i bambini e non certo tra gli autori della sciagurata norma), Vauro ha semplicemente immaginato cosa sarebbe accaduto se il ministro avesse confuso la pistola con il suo cellulare.
Salvini ha deciso che quell'ironia dovesse essere punita, approfittandone per uscirsene con la sua retorica da bulletto di periferia nel raccontare che sarebbero i «sinistri» i veri responsabili del clima di intolleranza creato dal suo razzismo, dalla sua omofobia e dalla su misoginia. A detta sua, sarebbe evidente anche che lui sia un bravo cristiano nell'ambire alla depenalizzazione dell'omicidio.

Non più tardi di poche ore fa, Salvini suscitò l'ironia di Ficarra e Picone in un imbarazzante tentativo di mettere alla gogna social anche il maestro camilleri, anche lui accusato di essere un «sinistro» in quanto dissidente. Manco fossimo in Russia, pare che il ministro non abbia remore nell'incentivare la violenza contro chiunque abbia opinioni sgradite al leghismo:


Ma se il bullismo di Salvini è cosa tristemente nota, surreale è come i suoi sostentatoti lo difendano a spada tratta in un negazionismo sfacciato e in un uso dell parole che pare negare il loro significato. Ad esempio è una pentastellata a sostiene che il suo "comandante" sia vittima di cattiverie e che Camilleri sarebbe un fascista in virtù di una precisa analisi politica. Perché, anche se i leghisti credono che "fascista" sia un insulto fine a sé stesso, camilleri sa bene che quello è un termine che derive una chiara ideologia politica basata su regole chiare, motivo per cui ha ogni diritto di poter evidenziare i parallelismi tra leghiamo e fascismo:


Il riferimento è quel ministro della Repubblica che sui suoi profili di propaganda politica cerca di istigare commenti come questi:


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