Contestano Salvini durante un suo comizio: la Digos le denuncia per vilipendio
Sembra che nell'Italia leghista il dissenso politico sia stato vietato. I fatti riguardano il comizio politico di Tornino, durante il quale Matteo Salvini ha ancora una volta preferito anteporre gli interessi del suo partito ai suoi doveri istituzionali.
Due ragazze lo hanno contestato e gli hanno urlato: «Fascista!». la Digos le ha fermate, identificate e denunciate per vilipendio a istituzioni e cariche dello stato.
Fa pensare come le due contestatrici siano state punite per aver espresso un'opinione, peraltro mentre Salvini era lì in veste di segretario di partito dato che il suo suolo non era certo istituzionale mentre sosteneva la campagna elettorale di Alberto Cirio quale candidato della destra a spese dei contribuenti. Passa così il messaggio che il "comandante" padano avrebbe diritti superiori agli altri cittadini in quanto strapagato per non lavorare al ministero e farsi pagare dagli italiani la sua incessante campagna elettorale dai contribuenti, il tutto mentre il leghista gode di un'impunità parlamentare mentre non perde occasione per insultare Saviano, la Boldrini e Fazio o per mettere alla gogna sui cuoi canali social (anch'essi pagati dai cittadini) chiunque osi contestarlo.
Non meno opinabile è che si ritenga un vilipendio il dare del «fascista» ad un tale che è dal 2014 che si rifiuta di definirsi «antifascista» e che quest'anno ha pure glissato le celebrazioni del 25 aprile perché ha preferito andare ad un comizio politico leghista per sostenere un suo candidato: