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Filippo Savarese minaccia la Raggi: «Tenga le mani a posto». Poi si bulla dei manifesti elettorali che si è fatto pagare da Mosca

Ha i toni di un'intimidazione mafiosa la minaccia che il fondamentalista Filippo Savarese ha lanciato contro la Virginia Raggi attraverso il suoi profili social, asserendo che lui gliela farà pagare se lei farà rispettare le norme comunali contro la pubblicità che offende le sensibilità personali.
In quella sua propensione alla ridefinizione delle parole, il fondamentalista Savarese si lancia nel dichiarare che il rispetto delle regole sia da lui ritenuta una forma di «censura», affrettandosi a bullarsi di come i rubli che riceve dalla Russia per le sue campagne d'odio gli garantiscano la possibilità economica di continuare a stampare manifesti che offendono le donne e la dignità di chi ha abortito.


Pare surreale che a spacciare l'offesa per «libertà di espressione» sia un uomo che viene pagato dal nipote di un generale franchista per tentare di impedire l'educazione al rispetto nelle scuole, il riconoscimento delle famiglie non conformi ai suoi pruriti sessuali o qualunque forma di libertà individuale non sia a lui gradita. E surreale è anche come il riferimento sia alla pubblicità stampata da un'associazione che ha presentato innumerevoli cause legali (tutte fallimentari) che miravano ad impedire la libertà di espressione altrui attraverso un uso intimidatorio della giustizia.
Pare anche evidente che i rubli russi finiranno a finanziare due partiti ben precisi, indicati abbastanza chiaramente nei manifesti con cui i fondamentalisti tentano d usare i feti come strumento politico in vista delle europee.


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