La polizia salviniana, tra sequestri ed intimidazioni agli oppositori politici
Aveva esposto uno striscione con scritto "Questa Lega è una vergogna". La polizia ha fatto irruzione nel suo appartamento e l'hanno minacciata di denuncia se non l'avesse immediatamente rimosso. I fatti sono stati resi noti dall'Osservatorio repressione, il quale commenta: «Si tratta di un episodio gravissimo e senza precedenti».
E sempre a Salerno la polizia ha sequestrato il telefono di una ragazza a cui Salvini aveva intimato di cancellare il video in cui, durante il selfie time del suo comizio, gli aveva chiesto una foto per poi domandargli: «Non siamo più terroni di merda?».
Sul caso Matteo Renzi annuncia un'interrogazione parlamentare: «Come si vede dal video questa storia dei selfie sta sfuggendo di mano a Salvini. Ma questo è un problema suo. Noi abbiamo un problema più grande, di natura istituzionale: a che titolo un leader politico può chiedere di sequestrare un telefonino?».
Nel frattempo, la polizia ha lasciato che i neofascisti potessero farsi spazio tra i suoi agenti per minacciare di stupro e di morte una donna che rientrava nel suo appartamento, peraltro regolarmente assegnato e non occupato come la sede in cui vivono esentasse i leader di CasaPound.
Il caso si è poi spostato sui social network, dove la polizia di stato ha risposto stizzita ad una critica di Roberto Saviano definendola un «regolamento di conti»:
Molto duro è anche Open Arms, l'Ong che Salvini ha cercato di ostacolare nelle sue operazioni di salvataggio in mare dei naufraghi: