Provita Onlus chiede che le vittime di violenze vengano obbligate a partorire i figli dei loro stupratori
Riceviamo quasi quotidianamente le segnalazioni di persone che si dicono «disgustate» o «offese» dalla propaganda stampata dall'organizzazione omotransofobica Provita Onlus. Questo, però, significa che Toni Brandi sta lavorando bene per portare a compimento quei compiti che gli garantiscono fiumi di rubli.
Se considerando come la loro propaganda sia simile a quella del nazismo, forse potremmo provare a pensare che anche loro amino accusare le proprie vittime di ciò che sono loro ad infliggere loro. E non c'è comizio integralista in cui non si parli del piano inclinato in cui le sfere vanno sempre più veloci o di come serva scaldare l'acqua lentamente se si vuole cuocere viva una rana senza che salti via una volta buttata in acqua bollente... Loro fanno proprio questo: ogni giorno scrivono qualcosa di peggiore, alzando sempre più l'asticella dell'odio che stanno cercando di sdoganare senza che l'opinione pubblica se ne possa accorgere per correre ai ripari.
L'ultima segnalazione riguarda un articolo di Manuela Antonacci in cui si inneggia Donad Trump perché imporrà alle donne vittime di stupro di dover mettere al mondo il figlio del loro stupratore. Scrivono:
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato recentemente, con 13 voti a favore e due astenuti (Russia e Cina) una Risoluzione che ha il fine di combattere e punire l’uso dello stupro come “arma di guerra”, in Paesi in conflitto. Il nuovo testo ha subìto una profonda revisione rispetto alla bozza iniziale per il veto minacciato dagli Usa di Trump a causa della formula «sull’assistenza alla salute riproduttiva» che, per intenderci, consisteva nel fornire incondizionato sostegno all’aborto per le vittime di violenza.
Appreso che la signora Manuela Antonacci vuole imporre alle donne che sono state stuprate di dover crescere i figli dei loro stupratori (mentre lei, in Italia, potrà decidere), si prosegue lodando chi imporrà il volere di Toni Brandi alle donne:
Un’altra parte importante eliminata dalla bozza iniziale è quella relativa all’istituzione di un nuovo meccanismo per controllare e segnalare tali “crimini” in guerra perché gli Usa, insieme a Russia e Cina, si erano dichiarati contrari. Mentre, contro il tentativo degli Stati Uniti, andato a buon fine, di privilegiare sempre e comunque la vita nascente si era duramente opposta la Germania così come l’ambasciatore francese all’Onu François Delattre: «È inspiegabile che l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva non sia esplicitamente riconosciuto per le vittime di stupro, che sono spesso bersaglio di atroci atti di violenza e di mutilazioni barbariche», ha tuonato quest’ultimo. Parole che sembrano sottovalutare un dato non trascurabile e cioè che l’aborto per le donne non è esattamente una “passeggiata”, né tantomeno una “terapia” che può guarire il male dell’anima generato da uno stupro, anzi, spesso, è proprio la goccia che fa traboccare il vaso, contribuendo a far sprofondare molte donne vittime di violenza in uno stato di afflizione ancora più profondo.
Eccerto. Evidentemente la signora Antonacci deve stata vittima di stupro se parla con così tanta sicurezza di come debbano sentirsi quelle donne. O forse parla perché ha la bocca e perché non gliene frega nulla delle libertà individuali quando c'è da imporre il volere chi chi è sempre bravo a decidere cosa debbano essere costretti a fare gli altri.
In quella dietrologia per cui l'organizzazione Provita Onlus ama sostenere che «il vero femminicidio è l'aborto» o che «la vera omofobia è l'aborto» mentre si fanno promotori di sessimo ed omofobia, ci sarebbe da domandarsi se non tifino per gli stupratori nello scrivere:
E ci sembra davvero che questa Risoluzione proponga come antidoto la giustizia, e una giustizia a 360 gradi, capace di proteggere anche gli ultimi anelli di questa catena di atrocità che sono i bambini non nati, spesso vittime silenziose, anzi vittime “sacrificali” di aberrazioni di cui non sono responsabili e di cui, anzi, rischiano di diventare innocenti capri espiatori.