Don Mirco Bianchi torna a promuovere odio contro i gay
Don Mirco Bianchi non è solamente il parroco di Villamarina e Gatteo Mare: è anche uno dei preti che trascorre gran parte del suo tempo sui social al fine di promuovere le istanze del fondamentalismo organizzato dopo aver tentato di attribuirgli una presunta volontà divina.
Ama deridere chi si occupa dei cambiamenti climatici o far leva sull'odio religioso per denigrare interi gruppi etnici, così come non risparmia neppure i cristiani qualora non risultino espressione della sua ideologia razzista, xenofoba, misogina ed omofoba. Ovviamente si dichiara fieramente leghista e indica in Matteo Salvini un «dono di Dio» che saprà come discriminare chi è sgradito al fondamentalismo organizzato.
La sua dialettica social si basa sull'uso della preghiera come strumento di offesa (se a corto di "argomentazioni", don Bianchi ama rispondere che pregherà contro l'interlocutore) e su una costante pubblicazioni di offese ed insulti gratuiti che possano permettergli di auto-martirizzarsi se qualcuno risponde alle sue provocazioni:
Tutta la sua dialettica mira a creare un "noi" e un "loro" e tenta di sostenere che glia altri siano cattivi e che "minaccino" la sua curiosa visione del "cristianesimo". Ciò gli permette di invitare i suoi proseliti a combattere il prossimo in nome di come lui dica che li si dovrebbe ritenere "intolleranti" e che quindi immeritevoli di rispetto. Il tutto partendo dalla premessa che chi chiede pari diritti debba essere messo sullo stesso piano di chi vuole negare il principio di pari dignità nella speranza di poter trarre profitto dalla discriminazione altrui.
L'ultimo affronto è un messaggio in cui il prete leghista tenta di accusare preventivamente i Pride di essere "un'offesa al cristianesimo", sostenendo che il vero "cristiano" debba essere omofobo e che chi manifesta per i propri diritti debba essere ritenuto un nemico di Dio.
Un messaggio simile equivarrebbe al presentarsi davanti alla sua parrocchia per chiedere andare dalle vecchiette a dire: «Speriamo che don Mirco non sia un prete pedofilo che abusa delle bambine». Una frase simile genererebbe odio, esattamente come il suo messaggio contro il Pride Milanese pare sia finalizzato solo a creare astio e rabbia contro quelle persone che da anni risultano vittime delle sue continue invettive.
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