Il dirigente del partito di Adinolfi dichiara di occultare le minacce di morte che riceve contro i gay
Massimiliano Esposito è un dirigente del partito omofobo di Mario Adinolfi. Sostiene che «il peccato di sodomia» renderebbe i gay come «animali» ed è portatore di curiose teorie volte a sostenere che le paersone sarebbero penalmente responsabili ci ciò che altri scrivono su Facebook.
Ama sostenere che i gay sarebbero «fascisti arcobaleno» e dichiara fieramente che lui si sta opponendo al principio costituzionale della pari dignità in virtù di come lui voglia godere di maggiori diritti rispetto a quei gruppi sociali esige siano discriminati:
In maniera quasi surreale, è mentre si vanta di «opporsi» alla parità dei diritti che Esposito nega l'esistenza dell'omofobia e di aver mai espresso opinioni omofobe:
Se per fare un esempio basterebbe segnalare le esternazioni in cui chiedeva che la Rai impedisse ai gay di poter partecipare ai suoi reality show o quelle in cui sosteneva che i gay dovessero essere ritenuti portatori di malattie ed epidemie.
Eppure, è lanciando le sue solite invettive che l'esponente del partito di Mario Adinolfi pare negare esista omofobia persino mentre racconta tranquillamente che alcuni suoi proseliti minacciano di morte i gay in virtù del loro orientamento sessuale. Il tutto spiegando che, davanti a quei progetti criminosi, lui occulta il materiale al posto di permettere alle Procure di appurare se quelle minacce debbano essere ritenute passibili di denuncia:
Se pare inutile precisare la falsità del suo sostenere che qualcuno avrebbe sostenuto quelle che lui sostiene sarebbero state fantomatiche «minacce», è per chiudere il suo teatrino che l'esponente del partito di Mario Adinolfi non tarda a sostenere che i gay sarebbero «violenti dentro» e che dovrebbero essere rinchiusi «nelle fogne» dato che lui si sente infastidito da come chiedano pari diritti anche se lui vuole che quei diritti gli siano negati: