Pasqualato e la «libertà» di doverla pensare come lui se non si vuole subire «doverose sanzioni»
Nicola Pasqualato è solito sostenere che una legge contro l'omofobia sarebbe «liberticida» in virtù di come lui sostenga che l'odio contro interi gruppi sociali sia da intendersi come una «libertà di pensiero».
Eppure è sul suo blog che troviamo il fondamentalista intento a sbraitare contro un indemoniato contro l'insegnante palermitana che non avrebbe impedito ai propri studenti di sostenere che le leggi razziste di Salvini potessero essere ritenute simili alle leggi razziali del fascismo:
Forse colto da una una certa difficoltà nel trovare un modo per negare i fatti e per sostenere che l'insegnante non fosse estranea ai fatti anche se aveva semplicemente lasciato che i propri studenti potessero esprimere liberamente le proprie opinioni, Pasqualato sostiene dapprima che l'insegnante avrebbe dovuto insegnare ai ragazzi che non dovevano poter fare quell'accostamento, poi la accusa di averli istruiti a «diffamare» il leader del partito politico che lui promuove insieme ad Amato e al forzanovista Castagna.
Insomma, lui sostiene che persino l'odio andrebbe tollerato in nome della «libertà di pensiero» mentre chiede «doverose sanzioni» contro chi osa pensarla diversamente da lui.
E non meno ipocrita paiono i suoi discorretti sul senso civico e sul rispetto verso i leader politici nonostante lui definisse «merda» il proprio ministro degli Interni quando in carica c'era Matteo Renzi:
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