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Secondo Radio Spada, calamità, morte e licenziamenti sarebbero il frutto delle loro "pregiere" contro i gay
Secondo i fondamentalisti di Radio Spada, la grandinata che ha ucciso un uomo nel torinese e il licenziamento dei lavoratori del Gay Village sarebbero la risposta di Dio alle loro preghiere.
Lo sostengono sulla loro pagina Facebook, introducendo un surreale articolo dal titolo "Fallito pure il Gay Village di Roma (dopo la chiusura di Gayburg e la grandinata sul Bologna Pride)"
In una sorta di venerazione del male, il gruppo fondamentalista tenta di vantarsi di quelle blasfeme "preghiere" che hanno organizzato con scarsissimi risultati contro i gay, raccontandosi che sarebbe grazie a loro che Dio avrebbe ucciso una persona nel torinese solo perché i loro seguaci potessero divertirsi nello sperare che un qualche chicco di grandine ferisse un qualche partecipante al Bologna Pride.
Ed è sognando che qualcuno possa mettere il bavaglio a chi contesta la loro ideologia dell'odio e sghignazzando davanti a chi perderà il lavoro a causa di un Paese che i loro amichetti stanno mandando verso la rovina che scrivono:
In questi giorni vi abbiamo dato notizia della chiusura di Gayburg, della grandinata sul Bologna Pride con tanto di fuggi fuggi generale e relativo video. Oggi da Il Tempo apprendiamo quanto segue: È fallito pure il Gay Village di Roma. Il tribunale ferma la società che lo gestiva, in crisi per il cattivo tempo e la paura attentati. Il Qube ne approfitta subito. Ira della Battaglia, scoppia la guerra interna alla comunità Lgbt.
Sempre usando i neologismo coniati dal neofascistmi e vomitando odio come se quello fosse l'unica ragione della loro vita, il gruppo di fondamentalisti aggiunge:
Descrivendo la parabola del luogo simbolo dell’omosessualismo romano, si aggiunge: Tira aria di tempesta sulla comunità Lgbt cittadina, un muro d’acqua, un acquazzone di veleni e rancori che rischia di oscurare, almeno a Roma, perfino l’arcobaleno, i cui colori sono diventati la bandiera dei movimenti per i diritti degli omosessuali. Perché ora, ad aprire una ferita tra Gay Village e Qube – le due grandi realtà della movida unite fino allo scorso anno dalle scatenate serate della “Muccassassina” – c’è il fallimento della prima e la volontà della seconda di trarre un vantaggio dal quel fallimento, «un tentativo di fare denaro sulla fama degli altri», come ci ha sinteticamente spiegato Imma Battaglia, fondatrice del Gay Village e icona della lotta per i diritti civili del movimento Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transgender).
E se è buffo che questa gente citi Dio in continuazione mentre paiono ignorare che cosa dicesse Gesù di chi semina zizzania, il gruppo integralista non si esime neppure dall'aggiungere:
Ci segnalano da Facebook che dopo l’esibizione del sindaco Sala con le calze arcobaleno, pure Milano è stata colpita da esondazioni. Fermateli!
Insomma, pare che non esista freno alla blasfemia e alla depravazione di questa gente, sempre più violenta nella loro patetica ostentazione dell'odio. Il tutto mentre la loro propaganda dell'odio omofobico trova spazio su Google News e la sponsorizzazione del ministro leghista Fontana al posto di essere segregato in una qualche fogna come meriterebbe.
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