150 migranti sono morti al largo di Tripoli mentre Salvini tiene in ostaggio le navi di chi avrebbe potuto salvarli
Purtroppo, ancora una volta, è il sangue versato dai più deboli a sbugiardate la propaganda con cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni cercano di trarre un profitto personale dall'odio. Nonostante i due amino spergiurare che il sequestro e il blocco delle operazioni di salvataggio in mare da parte delle Ong fermerebbe le partenze, i fatti dimostrano solo che le loro azioni si limitano esclusivamente ad impedire che qualcuno possa soccorrere i naufraghi.
Sono oltre 150 migranti i migranti che sono morti in mare al largo del porto libico di Khoms a seguito del rovesciamento di una imbarcazione. Secondo l’Unhcr, si tratterebbe della «tragedia più grave in cui sono coinvolti migranti dalla Libia quest’anno».
Non c'erano navi Ong a poterli salvare dato che Salvini le ha sequestrate per scopi elettorali mentre Giorgia Meloni vorrebbe che anche alle altre imbarcazioni sia impedito offrire soccorso a persone che non piacciono al suo elettorato. Ma questo non basterà a fermare le partenze: «La nostra sorte è nelle mani di Dio. Non possiamo farci nulla. Partiremo comunque alla prima occasione», è la frase che il Corriere della Sera attribuisce ad uno dei disperati che si trova a Gorji nella speranza di potersi costruire un futuro in Europa.
Dal 3 ottobre 2013 al 23 giugno 2019 si stima che almeno 18.434 migranti siano morti nel Mediterraneo.