Nel mondo della Meloni, l'abuso d'ufficio è equiparabile all'istigazione all'omicidio

Se c'è una certa differenza tra un vicepresidente del coniglio comunale che invita i cittadini ad ammazzare gay e lesbiche e un sindaco indagato per aver concesso spazi comunali ad una onlus finanziata dal M5S, è lanciandosi nel suo ossessivo sciacallaggio delle vicende di Bibbiano che Giorgia Meloni pubblica su Facebook una labile presa di distanza dalle agghiaccianti frasi defecate da un suo uomo:


Il riferimento è a quel suo candidato che su Facebook ha invitato i cittadini di Vercelli ad «ammazzare» gay e lesbiche in quanto da lui ritenuti «pedofili» sulla base della propaganda del senatore leghista Simone Pillon.
E nonostante Giorgia Meloni ami spergiurare il falso nella speranza che il suo odio contro i bambini possa portarle un qualche profitto personale, il Procuratore capo di Reggio Emilia ha ampliamene confermato che il sindaco NON è coinvolto in crimini contro i minori. Se la signora continuerà a spergiurare il contrario, lo farà a sfregio della buonafede che dovrebbe essere garantita ai cittadini.

Surreale è anche come la signora Giorgia Meloni si tiri fuori, nonostante il suo uomo citasse la stampa propagandistica dell'organo ufficiale si Fratelli d'Italia per molti dei suoi insulti rivolti ai cittadini gay e alle cittadine lesbiche che il suo giornale sostiene debbano essere ritenuti «blasfemi» per il solo fatto di esistere.


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