Prosegue il tour di Umberto La Morgia, il leghista gay che va in giro ad assolvere gli omofobi
Dopo il leghista di colore che inveiva contro i suoi connazionali mentre giurava non ci sarebbe stato razzismo nell'odio su base etnica, il partito di Matteo Salvini se n'è uscito con il gay leghista incaricato di assolvere l'omofobia del suo partito. In fin dei conti anche tra gli ebrei ci fu chi collaborò con i nazisti, ottenendo di essere stati gli ultimi ade essere stati uccisi.
Umberto La Morgia, consigliere leghista di Casalecchio di Reno, sostiene che la sacralità dell'unione carnale tra il suo "comandante" e la giovanissima Verdini sarebbe meritevole di maggior dignità perché lui sta dalla parte di quella Silvana De Mari che giura su Dio che la sua omosessualità sarebbe un «atteggiamento» appreso da parte di chi vuole «offendere Dio» con la «perversione» di un «atteggiamento contro natura» ch potrebbe tranquillamente e rigettare se solo pregasse il sacro cuore immacolato a cui Salvini ha affidato le sue politiche xenofobe. Chissà, forse è uno di quelli che prova piacere sessuale nell'essere insultato e si eccita davanti a chi lo denigra pubblicamente...
Dopo aver fatto tappa dagli omofobi de La Nuova Bussola Quotidiana, il leghista si è ora presentato da Il Giornale a sostenere che «il gay di destra» deve ritenersi inferiore agli etero e non deve assolutamente domandarsi perché mai le destre europee approvino i matrimoni egualitari mentre quella italiana rimpiange il confino voluto da Mussolini o inneggia ai campi si sterminio di Hiter come nel caso dei seguaci dell'organizzazione filo-leghista Provita Onlus.
Nella sua surreale intervista, il leghista dice che lui non partecipa ai Pride perché odia chi osa criticare il suo amatissimo Matteo Salvini. Ed ovviamente non rinuncia a palare di «blasfemia» dato che non tollera si possa criticare l'uso elettorale che il suo leader è solito fare dei rosari e della Madonna. Dice:
Perché non sono più momenti di festa o di espressione di sé, ma sono diventati strumenti di propaganda politica: dai cartelli con la Madonna che schiaccia la testa di Matteo Salvini, a quelli con scritto “Gesù ha due papà”, fino alle magliette contro la Polizia. Mi chiedo con quale faccia queste persone si spaccino per paladini della tolleranza e dell’amore se poi ci riservano tutto questo odio. E poi trovo anacronistico parlare di “gay” come se si trattasse di una razza o di una merce. Non siamo panini da divorare. Le persone sono persone e non si possono ridurre in categorie, etichette, ghetti, contenitori omologanti.
Lamentando che alcuni leghisti siano stati «accusati di omofobia», è difendendo che quei leghisti che sostengono che lui sia un pedofilo, un anormale, un demone o un abominio della natura in virtù del suo orientamento sessuale che afferma:
Il termine omofobo ormai viene utilizzato in modo strumentale per censurare il pensiero altrui: non mi risulta ci sia una gran paura degli omosessuali in giro. E se hanno bollato come omofobi anche Dolce e Gabbana pensate a che punto siamo arrivati.
Peccato che i gay vengano picchiati per strada, vengano insultati e subiscano livelli di bullismo superiori a molte altre categorie. Ma lui preferisce sostenere che i gay non merito alcuna protezione o diritto dato che il leghismo sostiene abbiano tutto ciò che loro sono disposti a concedergli (proponendoci la solita solfa sul fatto che i diritti non sarebbero dovuto ma loro li interpretano come una concessione che una maggioranza offre ad una minoranza):
Ritengo che sia già stato fatto abbastanza. C’è chi chiede più uguaglianza e più equiparazione, ma non capisco perché si voglia a tutti costi scimmiottare il modello della famiglia tradizionale. C'è un controsenso nel voler da un lato valorizzare la diversità e dall’altro chiedere totale uguaglianza. In una coppia omosessuale possono nascere amore e sentimenti, ma non figli. Questa non è discriminazione, è la realtà delle cose. Si parla tanto di accettazione di sé e allora bisogna anche avere il coraggio di dire che se sei omosessuale ti accetti e accetti anche che dalla tua unione non possono nascere figli.
Peccato non esista alcun obbligo alla procreazione e che le coppie etero possono sposarsi anche se infeconde come la famiglia di Gandolfini o se non vogliono avere figli. ma evidentemente questo è un dettaglio che sfugge ad un uomo che pare voler far carriera attraverso la denigrazione dei suoi simili.
Ed ancora, è difendendo persino la retorica di Pillon che, in riferimento ai suoi dll, il leghista se ne esce dicendo:
Prima di parlare di adozioni arcobaleno, vorrei vedere se tutte le coppie etero che hanno fatto richiesta sono riuscite ad adottare. Le figure di padre e madre per me restano fondamentali. La famiglia è una cosa seria e mi sembra una grande cattiveria privare un bambino del diritto di avere un padre maschio e una madre femmina. Chiedere una legittimazione in virtù di casi-limite e prendendo come modello situazioni anomale o di disgrazia è retorica di basso livello. Si parla tanto di diritti, ma sempre dei diritti del più forte. Qui i diritti veri in ballo sono quelli del bambino, che è la parte più debole.
Oltre a saper ripetere a pappagallo la propaganda integralista, il soggetto leghista pare voler sostenere di essere convinto che le sue capacità genitoriali sarebbero inferiori a quelle di un etero perché un bambino necessiterebbe di un pene e di una vagina. E chissà che infanzia deve aver avuto se sostiene di aver avuto bisogno di due organi genitali più di quanto avesse bisogno di due genitori che gli volessero bene.
Dopo le solite critiche alla GpA basate sul negare che sono solo gli etero a poter sfruttare la «povertà delle donne» dato che i gay devono andare in Canada (dove la legge vieta alle donne di poter trarre profitto economico e dove devono dimostrare di essere economicamente indipendenti proprio per evitare sfruttamento), il leghista si lancia in una difesa della lobby di Gandolfini. Da manuale, sostiene che chi si batte per i propri diritti debba essere messo sullo stesso piano di chi si batte perché altri non possano godere di pari dignità:
A Verona non è stato detto nulla di sconvolgente, e poi fatemi capire, i gay pride si possono fare e i Family Day no? Questa sedicente comunità gay trova qualsiasi pretesto per fare la vittima della situazione e soprattutto per mettere a tacere chi non la pensa allo stesso modo. Questi sarebbero i democratici contro l'odio?
Bhe, a Verona hanno raccontato che lui sarebbe "un malato" e che potrebbe "guarire". Se lui ritiene che raccontare simili fandonie significhi "pensarla diversamente", forse si capisce perché sia fieramente leghista.
Quel che è certo è che gli hanno chiesto se fosse stato al "Family day" e lui ha risposto parlando del "World Congress of Families" in una chiara ostentazione della sua ignoranza dei temi trattati, evidentemente ignorando che il secondo evento è coordinato dalla Chiesa Ortodossa e dagli evangelico statunitensi all'interno di un progetto globale che mira a limitare i diritti delle donne e a criminalizzare l'omosessualità.