Silvana De Mari: «I gay hanno un comportamento disfunzionale di cui diventano dipendenti»
La pregiudicata Silvana De Mari sia proseguendo nel suo tour di promozione dell'omofobia attraverso interviste rilasciata a tutti i siti di estrema destra. Questa volta ha scelto un sito pronto a sostenere che le purghe dei gay in Cecenia siano state inscenata da Soros nonostante il compagno della direttrice (e co-proprietario del sito) si sia pubblicamente congratulato con Kadyrov per quelle violenze, sostenendo che «i gay devono vivere silenziosamente se non vogliono essere uccisi come zanzare».
davanti ad una intervistatrice che le chiedeva perché «siamo passati dal considerare l’omosessualità una malattia alla situazione di oggi in cui essere “gay” è quasi una moda», la signora De Mari dichiara:
L’omosessualità è tipica di persone sane che però hanno un comportamento disfunzionale di cui diventano dipendenti. A livello psicologico si realizza un’attrazione verso lo stesso sesso che è quasi fisiologica e quasi normale in moltissime persone in età puberale o adolescenziale. E’ un sistema di madre natura, perfino, che ci dice “senti, allenati all’idea di una relazione anche con qualcuno del tuo stesso sesso. Quando ti sei allenato, poi passi alle relazioni vere”.
Davanti a quelel deliranti parole, l'intevistatrice domanda: «Stiamo parlando di un tipo di rapporto come può essere quello con l’amica del cuore da bambine o da ragazzine?». E la signora De Mari risponde:
Esatto, l’amica del cuore! Io avevo l’amica del cuore che se non mi telefonava tutte le sere ci stavo male. Se lei andava da qualche parte senza di me, o mio dio, era la fine. E’ proprio una sorta di innamoramento. Per esempio una bellissima relazione tra due maschi è quella che c’è ne L’amico ritrovato di Fred Uhlman. Al protagonista quando vede l’amico batte il cuore. Queste amicizie tuttavia restavano sul piano platonico e la crescita sistemava tutto. Il tuo amico diventava poi il padrino dei tuoi figli e la tua amica del cuore quella di cui continuavi a essere amica anche da sposata.
Sostenendo che la sessualità non sarebbe innata ma sarebbe una emulazione di ciò che si vede fare ai propri genitori (motivo per cui lei sarebbe eterosessuale solo perché sua madre si faceva trombare da suo padre), la signora De Mari torna a sostenere la veridicità delle screditatissime teorie di Nicolosi:
Oggi si va al pratico, ma soprattutto si resta incastrati in un ruolo, in particolare se per un qualche motivo il ragazzo o la ragazza non è riuscito come detto a identificarsi completamente col genitore dello stesso sesso o se è stato aggredito dai pari. Il ragazzino un po’ più timido che viene preso in giro magari perché non vuole giocare a calcio, poi rimane incastrato in un ruolo. Oppure un’esposizione precoce alla pornografia che è di una violenza bestiale contribuisce ad allontanare dal sesso sano. Più è forte in una Nazione la pornografia che contribuisce a farci sentire inadeguati, meno si fa l’amore e meno nascono i bambini. La gente resta quindi incastrata in un ruolo tutta la vita. Ti dicono devi accettare la tua omosessualità, va tutto bene. Se non lo fai, sei fuori. Basti pensare alle persecuzioni cui sono sottoposte persone come Nausica Della Valle.
Se pare surreale che la signora De Mari sostenga che l'odio omofobico sarebbe «una opinione» mentre le critiche ad una tizia che si fa pagare per dichiarare che Dio riterrebbe i gay «un abominio» sarebbero da intendersi come «una persecuzione», non meno surreale è come la signora De Mari voglia sostenere che la transessualità non esisterebbe e che i bambini verrebbero convinti a non essere conformi a quel modello unico che lei vorrebbe fosse imposto loro:
Un maschietto che vuole diventare una bambina è perché si sente inadeguato come maschio. Se gli dai la triptorelina il pene gli resta piccolo, la voce gli resta alta, non gli viene la barba e poi si sente ancora più inadeguato. Una bambina che vuole diventare maschio è perché si sente inadeguata come femmina. Se non le viene il seno, è evidente che si sentirà più inadeguata. [...] L’espressione disforia di genere è stata inventata da pochi decenni. Una volta inventata la parola il cervello umano funziona sull’imitazione e sull’auto-suggestione. Più noi parliamo di disforia di ragazzini che vogliono essere ragazzine e viceversa, più la gente se ne convince. Non è difficile convincere una persona di qualcosa, soprattutto un bambino.
Insomma, l'ennesimo delirio di una donna che pare accecata dalla volontà di colpire e danneggiare i bambini che non risultino conformi al suo volere.
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