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Il tribunale di Trieste ha sancito che non è necessario verificare l’orientamento sessuale dei richiedenti asilo

Non è necessario che si verifichi il vero orientamento sessuale del richiedente asilo, è sufficiente che nel Paese di origine l’omosessualità sia punita dalla legge e che il richiedente venisse additato dai conoscenti del suo Paese come omosessuale dato che questo sarebbe bastato a farlo arrestare e condannare. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Trieste in riferimento al caso di un ragazzo del Gambia che ha richiesto lo status di rifugiato in virtù del suo orientamento sessuale.
Il 23ennesi era visto negare l'asilo perché i funzionari credevano non fosse davvero gay, ma ora il riesame ha stabilito che il dettaglio sarebbe irrilevante.


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