Anche il Coordinamento Liguria Rainbow in piazza contro il patrocinio di Genova alla manifestazione pro-stalker
Il Coordinamento Liguria Rainbow ha annunciato la sua adesione alla manifestazione del prossimo 20 settembre indetta dall'associazione Non Una di Meno contro il patrocinio “involontario” concesso dal comune di Genova ad una serie di appuntamenti che paiono tifare più per gli stalker che per le loro vittime. In un comunicato, il coordinamento spiega:
L’attenzione e l’indignazione si sono concentrate sulla vergognosa gaffe del sindaco, che peraltro non ha preso le distanze dai contenuti misogini del libro patrocinato: tanta è stata la protesta che la presentazione del libro è stata annullata. Ma esiste un filo nero che lega i tre appuntamenti organizzati dalla associazione padri separati, per cui occorre che ci si opponga in blocco.
Attraverso il rassicurante riferimento alla famiglia tradizionale o naturale, i sostenitori del fantasma gender colpiscono e demonizzano le persone che in quel modello rigido e arcaico non si riconoscono, in primis le persone lgbti+, ma anche migranti, persone di altre fedi religiose, donne non sottomesse nei ruoli di mogli e madri oblative e disposte al sacrificio di sé e dei propri desideri.
- Negazione della disparità di genere, derisione delle vittime e sconferma delle leggi che in questi anni hanno cercato di dare risposte parziali al problema della violenza maschile;
- bigenitorialità come rivendicazione della paternità in opposizione all’altro genitore (la madre), terreno di scontro tra uomini e donne nel quale si intende togliere, ai soggetti più deboli economicamente, diritti e tutele come a volere la rivincita dopo una stagione di conquiste di parità ed emancipazione delle donne;
- in ultimo il gender, cioè la chiusura degli spazi di laicità a partire dalla scuola, per imporre il primato della educazione delle famiglie in contrapposizione alla educazione libera e plurale del corpo docenti e delle agenzie di formazione. Propaganda più insinuante e subdola, che usando il termine gender come spauracchio, intende estromettere dalla scuola ogni progetto didattico per insegnare agli alle studenti la relazione con l’altro da sé, la consapevolezza, il riconoscimento e il rispetto delle differenze, la possibilità di essere se stessi con gioia, liberi e libere dai vincoli degli stereotipi e delle aspettative sociali.
Lo spettro gender è una delle leve per seminare paura nel corpo sociale e le conseguenze sono sotto i nostri occhi: reazioni di difesa, esclusione, odio, indifferenza verso gli altri, complicità con il più forte e remissività verso chi incarna il potere.
Più che naturale, allora meglio frizzante, per desiderare una società con spirito critico, laicità e felicità per tutte e tutti