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Giornalista turco scappa dalla repressione di Erdogan. L'Italia lo rinchiude Cpr di Torino

«Ho dovuto lasciare il mio paese date le ingiustizie compiute dal mio governo e per le assurde accuse mosse contro di me. Ora sono detenuto senza alcun titolo dalle autorità italiane. Per protestare contro questa situazione illegale, ho iniziato uno sciopero della fame dal 1 settembre alle ore 21». Lo scrive in una lettera di denuncia Deniz Pinaroglu, un giornalista 35enne scappato dalla persecuzione del regime turco di Erdogan e detenuto dai primi di agosto nel centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) di Torino.
L'uomo era stato accusato dalle autorità turche di aver hackerato dei siti governativi. Arrestato e trattenuto in prigione, ha subito violenze psicologiche e fisiche ma non è mai stato condannato per il crimine di cui era accusato. Una volta liberato, dopo il tentato colpo di stato del 15 luglio, viene nuovamente accusato di aver insultato il Capo dello stato, definendolo un dittatore, e di aver invitato il popolo a ribellarsi. Per sfuggire a una nuova prigionia, Deniz è scappato.
Si è diretto verso l’Europa con mezzi di fortuna ed ha affrontato lunghi tragitti a piedi. Arrivato in Bosnia, ha visto il fallimento del suo primo tentativo di attraversare il confine croato. Poi, nascosto in un Tir insieme ad una famiglia iraniana e ad alcuni minori afghani, è riuscito ad arrivare in Italia. A Piacenza la polizia li ha scoperti e li condotti nel centro di detenzione torinese.
Deniz denuncia di essere stato lasciato solo e senza alcun interprete durante la sua prima apparizione davanti al giudice, incapace di comprendere che cosa stesse succedendo. Ed anche riguardo alle condizioni del Cpr di Torino rivela realtà agghiaccianti: «Le condizioni e il cibo qui sono terribili: il bagno, il luogo dove mangiamo e dormiamo, sono un unico ambiente non distinto. Per impedirci di documentare queste condizioni disumane, hanno rotto le fotocamere esterne dei nostri telefoni non appena siamo arrivati. Per un mese ci hanno fatto mangiare pollo secco e pasta fredda. Molte persone soffrono di attacchi di panico e si fanno male tra di loro, o a loro stessi. Le persone sono sottoposte sistematicamente a pressioni psicologiche. Coloro che arrivano sani, lasciano il campo con problemi di salute e mentali».
Secondo le norme volute da Matteo Salvini, Deniz potrebbe essere detenuto per un periodo che va dai 6 ai 12 mesi. «Ho dovuto lasciare il mio paese date le ingiustizie compiute dal mio governo, e per le assurde accuse mosse contro di me. Ora sono detenuto senza alcun titolo dalle autorità italiane », denuncia.


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