Il Tribunale di Milano annulla le sanzioni disciplinari per le tre docenti che chiesero un dibattito sull’omofobia

Ricordate la dirigente scolastica che ha sanzionato tre professori che proposero un dibattito contro l'omofobia in risposta al manifesto con scritto "Gay, c’è poco da essere pride" apparso il 5 febbraio 2018 davanti al Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Milano? La signora aveva sostenuto che le tre professoresse avessero ecceduto «nel diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero» e che il loro comportamento avrebbe leso «il decoro e l’onore della persona, mettendo in pericolo e o creando tensione all'interno del luogo di lavoro e più in generale nella comunità scolastica».
A ristabilire un minimo di giustizia ci hanno pensato i giudici del Tribunale di Milano che, dopoo aver annullato quei provvedimenti disciplinari, hanno condannato il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) alla integrale rifusione delle spese legali.
La presidentessa della Rete Lenford, ossia dell'associazione che ha assisto i tre docenti, commenta: «Si tratta di un giudizio molto importante. Viene riaffermata la centralità del patto educativo che deve esistere tra docenti e studenti e che, per esprimersi, ha necessità di un ambiente inclusivo e plurale, in cui sia riconosciuta la libertà di pensiero degli educatori, ma soprattutto il diritto dei ragazzi e delle ragazze – come recita la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – alla libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie. Il procedimento disciplinare intrapreso dalla Dirigente del Liceo aveva prodotto l’effetto opposto: quello di impedire il confronto di idee, ancora più grave perché portata avanti in un luogo – l’Istituto superiore – in cui il dibattito e il contraddittorio rappresentano i primi motori della crescita individuale».


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