Salvini cerca vendetta e toglie la cittadinanza alla figlia di due donne
Se per 14 mesi ha preferito il Papete e le sagre della salsiccia alla sua scrivania, ora pare che servirà una ruspa per cercare di scollare Matteo Salvini dalla poltrona del Viminale. E dato che il leghista non ha ben accolto il fallimento del suo tentativo di far cadere il governo per trarne un profitto personale, ogni suo nuovo decreto appare come una sorta di ritorsione e di vendetta a danno degli italiani.
Mentre i volontari della mar Jonio vengono multati con 300mila euro per aver salvato dei naufraghi sgraditi all'elettorato leghista, Salvini ha impugnato la trascrizione dell'atto di nascita di una bambina con due mamme, sostenendo che la «trascrizione dell’atto di nascita di un minore che non ha legami di sangue con un italiano è contraria ai principi primari costituzionalmente garantiti quali sono quelli relativi al diritto alla cittadinanza italiana».
In altre parole, il piccolo di tre anni verrà privata da ogni tutela giuridica perché la lobby legata a Pillon odia le sue due mamme e preferisce un Salvini che cambia le sue fidanzatine con la stessa frequenza con cui si cambiano i calzini. Il piccolo è figlio di una cittadina inglese e una italiana e trascrizione presso il Comune di Bari risaliva al 2017.
Emerge dunque che le famiglie lgbt rischiano di essere danneggiate e colpite con inaudita ferocia da quell'ideologia leghista che mira a colpire i bambini come forma di ritorsione verso i loro genitori, anche ad anni di distanza.
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