Costanza Miriano sostiene che le «donne normali» vogliono mariti violenti e volgari, meglio se alla Trump

Costanza Miriano afferma di sentirsi la massima rappresentante delle donne e di poter affermare con assoluta certezza che tutte le donne vogliono maschi volgari e violenti. Evidentemente l'autrice di "Sposati e sii sottomessa" non ha problemi con quei maschi che picchiano le loro mogli, anche perché tanto la sua esperienza è limitata ad un tale che ha preteso che la Chiesa non trascrivesse il suo matrimonio in modo da poterle regalarle uno stipendio pubblico in barba alle norme contro l'assunzione di parenti da parte di enti pubblici. Ed è così che sul suo blog scrive:

Volgarità, violenza, visibilità sarebbero dunque per Lilli Gruber le tre v maschili, che “devono essere sostituite da empatia, diplomazia, pazienza”, dice la collega in un’intervista a Io donna. Ovviamente l’affermazione è basata sull’assunto – affermato con certezza – che i maschi sono tutti cattivi, e vanno rieducati, usa proprio questa parola, affinché diventino più femminili. Bene, non so quali uomini frequenti Lilli Gruber, io però incontro moltissime donne ogni settimana, e posso dire che non parla a nome loro. Si ripete il problema evidente, e che pare confermato da molti dati comprese le ultime tornate elettorali, che chi tiene le redini dell’informazione e dell’industria delle idee, del potere, ha perso ogni contatto con la realtà.La Gruber parla per se stessa, sicuramente in buona fede, pensando di dar voce a un’esigenza di tutte o almeno della maggioranza delle donne, ma io devo darle una notizia. Le donne che conosco io non vogliono uomini con meno testosterone, ne vogliono di più.

Sostenendo che uomini e donne debbano avere ruoli stereotipati e che sarebbe inaccettabile possano avere sensibilità o opinioni diverse dalle sue, la fondamentalista incalza:

Innanzitutto la minore empatia degli uomini è una loro caratteristica provvidenziale. Serve per esempio ai padri a fare i padri, perché entrano meno in risonanza con le reazioni dei figli. I padri devono, dovrebbero – ma essendo troppo empatici non sono più capaci di farlo – mettere le regole e tenere il punto, senza lasciarsi intenerire dalle emozioni dei figli.

Il tutto, ovviamente, per arrivare alle solite rivendicazioni politiche:

Ovviamente poco sotto la Gruber parla malissimo del cattivo per eccellenza, Trump, dei suoi modi orribili volgari e sessisti, ma intanto è il presidente americano meno guerrafondaio della storia recente, e il signorino Obama, che si è preso pure un ridicolo Nobel per la pace, ha avuto una politica estera molto più aggressiva da un punto di vista militare.

Continuando a negare che ogni persona sia diversa dalle altre e che sia pura follia voler generalizzare le parole che lei tenta di ficcare nella bocca della Gluber, la signora Miriano pare confondere la pazienza con l'autorità, negando che si possa essere autorevoli senza essere autoritari:

Infine la pazienza: la Gruber immagino non frequenti per esempio scuole, parchi, luoghi in cui girano bambini, ma io sì, e posso dire che i padri di oggi non sono minimamente paragonabili a quelli delle generazioni precedenti, e di pazienza ne hanno fin troppa. Permettono a questa generazione comportamenti in assenza totale di regole che non si spiegano se non con la drammatica assenza del padre dalla nostra società. Siamo in una società femminilizzata e permissiva – non si boccia a scuola, si mette in discussione l’autorità dei prof, si permettono uscite e orari e utilizzo della tecnologia senza freni: i padri di oggi hanno pazienza in quantità industriali, e se ne avessero meno sarebbe proprio un bel regalo per tutti

Si passa così a fare dietrologia, iniziando a dire «che le donne siano più brave è tutto da dimostrare» o che «l’America è in ripresa economica nonostante la Gruber scriva di Trump». Poi, quasi a voler negare la realtà che tutti conosce, riparte con il negazionismo:

Per combattere la realtà, però, è abbastanza utile presentare i dati in un modo diciamo orientato ideologicamente, e quindi serve sempre rispolverare i vecchi cavalli di battaglia, come l’accesso al potere più difficile per le donne, o la disparità di stipendi. Ovviamente non esiste nessun contratto collettivo che preveda stipendi più bassi per le donne a parità di lavoro, scatterebbe subito una denuncia e i titoloni dei giornali per mesi.
Nella realtà – questa testarda sconosciuta – esistono invece donne che non sono disposte a contrattare una presenza smisurata sul posto di lavoro in cambio di più soldi, e invece piuttosto pagherebbero per avere più tempo per stare con i propri figli.

Al solito, la signora Miriano parte dal sostenere che i suoi desideri siano verità valide per tutti e che ogni suo desiderio personali debba essere imposti agli altri. Giura che una donna non avrebbe problemi a trovare un lavoro come meccanico o fa finta di non sapere che le aziende chiedono se hanno figli prima di far firmare loro un contratto.
Ma è sempre proponendo una realtà autoreferenziale che la Miriano torna a dire che le sue amiche sarebbero un campione valido per decidere le politiche di un intero Paese:

Le donne che conosco io non sono probabilmente importanti come quelle che popolano il salotto della Gruber, però sono donne normali e sono sicuramente moltissime, moltissime di più, e hanno altri problemi.

La lunga litania passa a sostenere che siano le donne a dover fare la spesa o a pensare ai bisogni dei figli, partendo dal presupposto che l'uomo non esista dato che ogni faccenda domestica deve essere a loro carico:

La maggioranza delle donne normali – in senso statistico, cioè quelle in numero maggiore – ha piacere di seguire i figli, di stare del tempo con loro, ha problemi di parcheggio davanti allo studio della pediatra e di sovrapposizioni dei saggi di fine anno, e di arrivare in tempo al supermercato prima che chiuda perché il capo ha messo una riunione alle sei di sera, e con il traffico della città (governata da una donna) ci vuole un’ora e quaranta a fare cinque chilometri

Il tutto per concludere che lei vuole che la donna sia vista solo come un'incubatrice utile al maschio per la produzione di figli:

E’ che la donna è chiamata a custodire la vita quando è più debole, e questo è perché è programmata per essere mamma, una cosa enorme, gigantesca. Che poi possa anche guidare governi, aerei, trasmissioni televisive o multinazionali, è ovvio, ma è davvero una quisquilia in confronto al dono di mettere al mondo un essere umano.


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