Dopo Biella, anche Sesto Sesto Giovanni nega la cittadinanza a Liliana Segre
Secondo il senatore leghista Simone Pillon, Sesto San Giovanni sarebbe diventata un esempio di «città per la famiglia» dato che ha aumentato le rette dei bambini con l'evidente scopo di escludere quelli poveri con genitori di origine straniera, ha eliminato ogni servizio di assistenza e di supporto per i cittadini lgbt, impone simboli religiosi nelle scuole e fa pagare ai cittadini la campagna elettorale della moglie del sindaco.
In conformità con quell'ideologia leghista che si rifiuta di condannare il nazifascismo, il sindaco della città Medaglia d’Oro alla Resistenza ha rifiutato la cittadinanza onoraria a Liana Segre perché «non ha a che fare con la storia della nostra città». La cittadina brianzola si unisce così a Biella, dove il sindaco leghista ha negato la cittadinanza alla senatrice per poi concederla ad Ezio Greggio.
«Asserire che Liliana Segre non ha alcun legame con Sesto San Giovanni è ridicolo -scrive la consigliera Mari Pagani del Pd- La Senatrice è iscritta all’Aned, associazione degli ex deportati, attiva sul nostro territorio dagli anni Cinquanta e organizzatrice ogni anno di un partecipatissimo viaggio nei lager con la presenza dell’Istituzione e del labaro comunale insieme a molti istituti scolastici e cittadini. La nostra città è stata insignita orgogliosamente della Medaglia d’Oro alla Resistenza e che la Resistenza non abbia nulla a che fare con la deportazione e con la dittatura nazifascista che imprigionò la Senatrice a Auschwitz è un azzardo troppo ardito anche per il nostro Sindaco. Per ultimo Sesto San Giovanni sino ad ora è sempre stata solidale nei confronti di chiunque subisca discriminazione, aggressioni e insulti violenti. E questo ha molto a che fare con l’idea di inclusione, di confronto e di pace che ha caratterizzato la nostra comunità cittadina».
Intanto l'amministrazione di destra di Serravalle pistoiese ha impedito l'istallazione di una panchina rossa contro la violenza sulle donne per rispettare «l'uniformità del colore» delle altre panchine. Il sindaco leghista di un paese del bresciano ha impedito di parlare di antifascismo in biblioteca perché «meglio lasciare fuori la politica dai luoghi di cultura»...