Il Giornale: «La Segre s’arrangi da sé, anche a costo di prendere mazzate. Se le danno una scorta, noi esigiamo un esercito agli ordini di Salvini»
Salvini ordina e Il Giornale ubbidisce. Nei giorni scorsi il leghista aveva sostenuto che il popolo non dovesse curarsi delle minacce di morte recapitate ad una sopravvissuta della Shoah. In quella sua logica per cui l'importante è che si parli sempre e solo di lui dato che la visibilità mediatica ottenuta grazie alle sue sparate quotidiane sta fruttando, il leghista aveva tentato di riportare il tema a sé stesso e si è messo a dire che anche lui riceverebbe minacce. Peccato non sia mai stato deportato non abbia visto trucidare la sua famiglia dagli amici di chi ancora oggi la insulta e la perseguita.
Se pare folle che si vogliano mettere le due cose sullo stesso piano e se pare assurdo che Salvini non voglia occuparsi di nulla che non sia sé stesso e i suoi interessi, la stampa populista ha deciso di compiacerlo cercando di sostenere che i suoi proseliti dovessero ripetere quella sua sciocchezza:
Eccolo qua il nuovo ritornello propagandistico delle destre. Dopo averci fracassato ,e scatole con il loro "e allora i marò?" ripetuto in ogni occasione, ora se ne sono usciti con un nuovo "e allora Salvini?" che dovrebbe "giustificare" l'odio verso chiunque non contribuisca all'interesse personale del loro "comandante".
Ovviamente non dicono che Salvini usufruisce ancora di un copro di polizia che lo segue durante le sue gite, pagato dai contribuenti nonostante lui non abbia più cariche pubbliche e non si presenti manco al lavoro dato che in Senato è sempre assente. E non meno grave è come Il Giornale se ne esca sostenendo che il loro Salvini valga più di una ebrea e che loro esigono gli si conferisca una milizia privata che possa silenziare con la forza chi lo contesta.
Forse intenzionato nutrire quella rabbia che serva a foraggiare le tasche di chi ha fatto dell'odio il proprio mestiere, Emanuele Ricucci inizia a vomitare semplificazioni imbarazzanti, ad iniziare dal far finta di non riuscire a comprendere che la scorta serva contro gli hater e non certo un mezzo che abbia attinenze con la commissione contro l'odio proposta dalla senatrice e votata in Senato dai rappresentanti del popolo italiano:
Esattamente come si combatte l’odio e il razzismo con la scorta a Liliana Segre? E ancor più: precisamente in che modo, i cugini del discount di Ruggero l’hippy, alter ego verdoniano, pensano di combattere il consueto e suddetto odio, con una miriade di post, commenti, meme sull’originalissima Piazzale Loreto a testa in giù, da applicare al politico di turno o al semplice cittadino in dissenso col vangelo dell’establishment culturale, con gli smiles rovesciati nelle chat, con le scritte sui muri Salvini stramuorto o con un nugolo di insulti, minacce e offese pensatissime?
Sostenuto che chi combatte il fascismo minaccerebbe il suo amato Salvini quasi si desse per scontato che Salvini sia palesemente fascista, pare evidente l'accozzaglia di false contrapposizioni create quasi a casaccio. E le parole vomitate senza senso proseguono:
L’essere eletto, ovvero colui il quale per elezione, e non certamente quella dovuta alle urne, è eletto, o meglio, autoeletto, principe assoluto del foro e delle menti, della civiltà e del buon senso. L’homo novus che si distingue da l’homo rozzus e ignorantus, ovvero tutti gli altri. L’essere eletto è il nuovo prototipo umano spinto a ogni piè dalle sinistre nazionali, racchiuse nella catalogazione più vaga e meno definibile possibile, ma in tutto ciò che opprime e si oppone a qualsivoglia rinascita nazionale e dell’uomo nazionale, ovvero quello odiante, rozzo e ignorante, a prescindere. Le sinistre nazionali espresse in una mediocrità, che trova, quindi, virtù nella medietà delle definizioni, che mixa populismo e sovranismo, quella che confonde l’odio e la rabbia sociale, quella che fonde, ad cazzum, nazionalismo e bande di neonazisti armati dell’Illinois che occasionalmente vanno al Lucca Comics a dar sfoggio delle mostrine SS giusto per ricordare all’Italia quanto odio scorre sotto questo cielo e che siamo tutti in pericolo e ansia costante, non, certamente, perché non riusciamo a pagare le tasse, ma perché, visto mai, qualche giorno un fascista travestito da Cthulhu ci ucciderà tutti col gas nervino; insomma quella entità che definisce fascismo, razzismo e odio, tutto ciò che non riesce a digerire, si badi bene, non a comprendere, ma a digerire, a mandar giù, a tollerare. In un perverso gioco di tolleranza e intolleranza. Firmato le sinistre tolleranti. O intolleranti? Madonna di Salvini, che confusione!
Se in mezzo a quelle parole non c'è nulla che spieghi perché una sopravvissuta all'Olocausto debba sopportare di ricevere 200 minacce al giorno a firma di chi dice che Hitler l'avrebbe dovuta sterminare, surreale è come Il Giornale ci informi che dopo la madonna di Fatima sarebbe arrivata la Madonna di Salvini.
Si passa così a sostenere che una commissione contro l'odio non serva perché esisterebbero leggi non applicate che dovrebbero bastare. Peccato che ciò sarebbe una prova dell'utilità della commissione dato che se esistono leggi non applicate bisognerebbe capire dove si è inceppata la macchina:
L’emanazione di editti, in quella che, infatti, possiamo considerare democrazia edittale, mostra solo una robusta confusione. Ben scrive Vittorio Macioce, parlando a proposito della commissione Segre: “Ho sentito in questi giorni molte persone chiedere una legge per sanzionare i linguaggi dell’odio. È uno dei confini più insidiosi del sistema di norme e valori del sistema liberal-democratico. Fino a che punto può estendersi la tua libertà di espressione? C’è un limite? Si, un limite c’è ed è definito in Italia da una legge del 25 giugno 1993. Negli Stati Uniti, per fare un esempio, i confini sono meno ristretti. Il guaio in Italia è che spesso ci dimentichiamo delle leggi. Ci sono, ma di fronte a nuovi fenomeni sociale se ne chiede subito una nuova. Qualcuno dirà: certo, perché nel 1993 non c’erano i social network. La mia idea invece è che la “legge Mancino” sia ancora solida e non sia invecchiata. Dico questo perché temo che il vizio di scrivere leggi su leggi, senza poi magari applicarle, non solo generi confusione, ma finisca per fare danni e allarghi il potere arbitrario dello Stato. La stessa legge nata per tutelare chi subisce discriminazioni razziali diventi uno strumento per delegittimare chi non la pensa come te.
Bhe, augurare la morte non è "pensarla" diversamente. Aggredire le persone di colore non è una "opinione". E nemmeno è vero che una commissione serva a creare leggi dato che lo scopo è quello di valutare e comprendere un fenomeno.
Sostenere che l'odio debba essere tollerato in nome della "libertà di opinione" è follia, dato che non si può parlare di "libertà" davanti a un sentimento che minaccia e rovina la vita altrui.
Si arriva così alle battutine omofobe:
Quindi, l’essere autoeletto, quello comunemente, pubblicamente accettato. Alla faccia delle sinistre dell’uguaglianza sociale. L’uguaglianza sociale col culo degli altri, possibilmente nero. Altro che élite contro popoli. Qui non vedo aristocrazia contro volontà nazionali, ma solo rozzi feudatari contro servi della gleba sporchi di terra. La guerra totale è culturale.
Il delirio prosegue con il sostenere si debba fare come vuole Salvini perché Il Giornale ha deciso che gli italiani vogliono lui anche se alle elezioni lo hanno votato solo il 17% degli elettori. I sondaggi lo danno in vantaggio in questo preciso istante? Per loro sfortuna non siamo al Grande Fratello dove si va al televoto ogni settimana o dove la Marcuzzi lancia i televoto lampo!
Et dunque, poco importa se, oggigiorno, il sentire comune vuole Salvini e la Meloni al governo, il centrodestra alla guida del Paese: la strategia dell’odio è fattore più urgente.
Sostenendo che non ci sarebbe problema alcuno se un fascista dovesse picchiare la senatrice odiata dal suo amato "capitano" in virtù di come loro sostengono che chiunque non sia utile al profitto del salvinimo debba vedersela da sé davanti alle minacce e alle aggressione, scrive:
Liliana Segre è parte delle donne, e degli uomini, (auto)eletti. Il resto s’arrangi da sé. Anche a costo di prendere seriamente due mazzate.
Attendiamo, con fremiti ovunque sparsi, un impegno concretissimo della signora Segre, a cui va il rispetto del dolore storicamente vissuto e la solidarietà per l’ondata di bava famelica ricevuta da azzannanti individui, nell’estirpare anche altri fenomeni d’odio netto e cieco, contrapponendosi, con la medesima passione, a chi va augurando la morte a Matteo Salvini, agli esponenti politici o a semplici persone del mondo ideale a lei contrapposto.
Siamo al delirio.
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