Discriminazione. In Italia i gay hanno il 30% di possibilità in meno di essere richiamati dopo un colloquio


Oltre a detenere la maglia nera per l'intolleranza, l'Italia si piazza davvero male anche per quanto riguarda la discriminazioni sul posto di lavoro. Una ricerca effettuata sulle città di Roma e Milano evidenzia come religione ed orientamento sessuale vengano ritenuti determinanti dai datori di lavoro nella selezione del personale.
Secondo i dati raccolti, maschi omosessuali hanno il 30% di possibilità in meno di essere richiamati dopo un colloqui. Le donne lesbiche risulterebbero invece immuni da tali discriminazioni, mentre sarebbero le donne meno attraenti ad avere meno possibilità di essere assunte a fronte di curriculum e studi uguali a quelle di donne più avvenienti (alla faccia di chi nega che in Italia ci sia una cultura maschilista).
Al solito, nel resto d'Europa le cose sono molto diverse ed in Svezia i gay registrano persino una maggior possibilità di essere richiamati dopo il lavoro. Lo stesso vale per la discriminazione religiosa, dove un qualunque cenno ad una religione diversa da quella cristiana è motivo per scartare una candidatura.
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