L'ira della NuovaBQ contro i vescovi che non benedicono l'omofobia
Non si è fatta attendere l'ira della setta di Riccardo Casioli dinnanzi alla decisione dei vescovi tedeschi di ritenere l'omosessualità «una normale predisposizione sessuale». Sostenendo che a loro viene «da piangere» all'idea di non poter più dire che i gay siano sbagliati o che i bambini debbano essere sottoposte alle fantomatiche "terapie riparative" da loro promosse che risultano provata causa di innumerevoli adolescenti spinti al suicidio, è dalle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana che scrivono:
Loro, gli esperti, hanno concordato nel ritenere che «la preferenza sessuale dell’essere umano si sviluppa durante la pubertà ed assume una direzione etero o omossesuale. Entrambe le direzioni appartengono alle forme normali delle predisposizioni sessuali, che non possono e non dovrebbero essere cambiate mediante socializzazioni specifiche». Sarebbe questo, secondo loro, gli esperti, il pensiero della Chiesa, allorché essa «condanna ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali, come è già stato richiesto da tempo dal magistero e come ha sottolineato papa Francesco in Amoris Laetitia». Sia Bode che Koch erano presenti al Sinodo sulla famiglia del 2014-2015 ed ora si pongono come interpreti dell’Esortazione post-sinodale, sdoganando addirittura l’omosessualità come forma normale di predisposizione sessuale.
E se la creazione di un "noi contro loro" ricorda la propaganda nazista e populista, il sito ciellino si affretta a suggerire che i loro lettori dovrebbero sentirsi legittimati a odiare i gay. Scrivono:
Che fine hanno fatto, si chiederanno i lettori, tutti gli insegnamenti della Chiesa sulla sodomia, uno dei peccati impuri contro natura che gridano vendetta al cospetto di Dio? Cosa dire di Persona Humana, del 1974, che scriveva, nero su bianco, che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche approvazione»? O della Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali del 1986, che definiva gli atti omosessuali un «disordine morale», «un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale», giudizio che porta a considerare «l'inclinazione stessa [...] come oggettivamente disordinata»? Che dire, infine, dell’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale indica nella Sacra Scrittura e nella Tradizione il riferimento sicuro per ritenere gli atti omosessuali «intrinsecamente disordinati», «contrari alla legge naturale», preclusivi del dono della vita e di «una vera complementarietà affettiva e sessuale», coniugando questo giudizio chiaro e netto con l’esortazione ad evitare di colpire con il «marchio di ingiusta discriminazione» (notare: non ogni discriminazione ma ogni ingiusta discriminazione) le persone con tendenza omosessuali?
A questo punto perché non chiedersi che fine abbiano fatto quei preti che benedivano i nazisti o quelli che benedivano le sanguinose crociate? E mentre sbraitano contro i gay, non omettono di prendersela su chi osa suggerire che i fatti siano più importanti delle apparenze:
Se la Germania piange, l’Austria non ride. Nemmeno il tempo di prendere coscienza della nomina a nuovo vescovo di Klagenfurt, che mons. Josef Marketz, attuale direttore della Caritas diocesana, ha già rilasciato due interviste “profetiche”, come si dice oggi.
Marketz, che prenderà possesso della diocesi carinziana il prossimo 2 febbraio, si è detto favorevole all’abolizione del celibato in una intervista alla Kleinen Zeitung. [...] Di certo, Mons. Marketz non propone l’abolizione del celibato per far fronte al crollo delle vocazioni sacerdotali, visto il modo con cui pensa di affrontare la crisi. In un’intervista a kath.press, ha voluto anzitutto sollevare i laici dallo stress di andare di qua e di là per partecipare alla Santa Messa domenicale, perché – ha fatto presente - l’amore e non l’andare a Messa è un indicatore della vita cristiana in Austria. E poi ha voluto precisare che, riguardo alle vocazioni, la preghiera non sarà in grado di vincere le condizioni di vita di oggi; occorre perciò dare più possibilità ai laici di assumere compiti nella Chiesa.
La derisione non pare casuale, dato che Cascioli è parte di quella setta che dice che per essere "cristiani" si debba fare il presepio, non certo mettere in atto l'accoglienza predicata da Gesù ma odiata dai leghisti. Quindi pare evidente che per loro sia più importante farsi vedere in chiesa che mettere in pratica la parola di Dio, oppure non potrebbero più usare la religione per fini politci.
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