Porro chiude l'anno pubblicando un articolo volto a sostenere che «le banche tedesche stanno facendo più morti che qualsiasi olocausto»
Il promotore populista Nicola Porro ha deciso di chiudere il 2019 dando libero sfogo alla sua rabbia e alla sua isteria, ordinando ai suoi proseliti di odiare ogni personaggio non sia utile al profitto del suo amatissimo Salvini. In un messaggio di odio che pare emblema di un anno devastato dalle barbarie populiste che stanno distruggendo l'Italia, il vicedirettore de Il Giornale se ne esce pubblicando questa porcheria:
Se questo schifo pare normale amministrazione per un partito che alle elezioni porta Bibbiano e terremotati usati come oggetti propagandistici dato che Salvini non ha alcuna idea se non la sua retorica d'odio, il suo amichetto Gian Paolo Serino pare la fiera dello squallore nel dire sostenere che i nemici di Salvini debbano essere ritenuti nemici del popolo in nome della più squallida propaganda di chi promette che non ci si debba far problemi ad inquinare il mondo dei nostri figli o ad indebitarli senza regole.
Contro Greta Thumberg dicono che il padano debba odiarla perché loro giurano senza prove che sarebbe «vittima di un sistema di marketing comunicativo che è una associazione a delinquere di stampo immaginario. Anche un “non udente” capirebbe che i suoi discorsi sono come minimo scritti dal padre, il suo coach mentale o da un software troppo sofisticato».
Contro Saviano dicono che per loro si tratterebbe di un «ex scrittore di successo, ex editorialista di successo, ex sceneggiatore televisivo di successo, trova spazio ormai soltanto sui social (attraverso video con i sottotitoli) o da Fabio Fazio con i suoi discorsi da Solone talmente inutili che Saviano è forse l’unico personaggio tivù a non avere avuto neanche una imitazione perché la miglior imitazione di Saviano è lui stesso». Contro la Murgia defecano che «la speranza è che l’abbiano assunta per ciò che sa fare meglio: la maschera» mentre contro Gad Lerner sbraitano come bestie che «sull’antisemitismo ci campa».
Il sito di Porro inizia così a prendersela anche con Ilaraia Cucchi, dicendo che quella schifosa ha osato lottare per decine d0anni pur di ottenere giustizia sul fratello ucciso dai poliziotti anche se Salvini tifa per la polizia che uccide chi ha problemi di droga. Ed è così che scrivono: «Ilaria Cucchi. Avrà anche ragione: sarà anche un delitto di Stato, ma quest’anno tra lei e suo marito in un anno l’ho vista più di mia sorella. Per pubblicizzare il suo libro sul “caso Cucchi” non ha mancato una trasmissione televisiva. Una domenica l’ho vista dall’Annunziata (che meriterebbe la classifica dei “Flop Ten” ma il cognome la inserisce di diritto), poi a “Domenica In” e la sera nell’”Arena” insabbiata di giustizialismo di Giletti. E per fortuna, in questo caso, la domenica non ascolto la radio».
Contro la senatrice Liliana Segre, sbraitano che «ha tutte le ragioni del mondo ma la stanno trasformando in una circense. Non c’è trasmissione che non l’abbia invitata almeno 20 volte, non c’è città o paesino o borgo che non le abbia dato la cittadinanza onoraria, non c’è politico che non abbia una foto con lei. Al posto di perdere tempo ad andare da Mara Venier con zoom fisso sugli occhi per aspettare una lacrima (della Venier), a girare di tv in tv, di borgo in borgo, di piazza in piazza, di giornale in giornale, non potrebbe andare nelle scuole tedesche a ricordare ai bambini, alle banche, alle grandi industrie, alla Merkek che forse non è il caso di sentirsi i padroni del mondo? Con la finanza stanno facendo più morti che qualsiasi olocausto».
Chiude il solito attacco contro Fabio Fazio, deridendolo per aver subito false accuse e danni di immagine da parte di quel Salvini che spergiurava stipendi falsi pur di accrescere l'odio popolare contro di lui. E contro di lui dicono:
Lo so, lo so, lo so. È un caso clinico, eppure, in attesa di vederlo il prossimo anno su rai4 e rai5 e di farsi creare apposta Rai6 solo una domanda che da anni mi tormenta. Non la sua faziosità, ormai anche il mio cane si addormenta, ma un solo interrogativo mi assilla: perché noi, che ci trattengono il canone Rai direttamente dalla bolletta della luce, dobbiamo continuare a pagare Filippa Lagerback che da un ventennio dice solo quattro parole” “Oggi è qui con noi…” e poi il nome dell’ospite. Caro Fazio, non può far fare l’introduzione a qualche tecnico così risparmiamo?
E poi, caro Fazio, ma le decine di interviste che ha fatto sulle quote rosa, le decine di monologhi della Littizzetto sul ruolo marginale delle donne che fine fanno? Parlava più il pappagallo di “Portobello”. Eppure Filippa Lagerback (cognomen omen) ha dichiarato a “Tv Sorrisi e Canzoni” che “Il mio ruolo è piccolo, lo so, ma sono stata io la prima ad accettarlo e sono libera di avere il mio stile, i miei abiti dicono molto, si parla persino in silenzio”. Tutto chiaro? In sintesi, la paghiamo per indossare vestiti e accessori degli stilisti.
E per Nicola Porro esisterebbe una qualche motivazione per un "articolo" di puro odio che non sia quello di creare tensioni sociali che il suo amatissimo Salvini possa mettere a frutto per i suoi interessi personali? E se questa gente vomita così tanto disprezzo, che dovremmo dire noi di Porro,m Giordano e degli altri populisti che stanno imbarbarendo l'Italia?
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