Propaganda integralista: «L'esistenza dei gay è vilipendio alle convinzioni cristiane»
È citando la propaganda omofoba di Corrispondenza Romana che Cinzia Palmacci (presumibilmente la tessa Palmicci che scrive anche per Ordine Futuro e Radio Spada) se ne esce con un aberrante articolo dal titolo "La giusta risposta cattolica ai gay pride".
Evidentemente intenzionata a promuovere odio omofobico (mista ad un po' di odio religioso), la signora scrive:
Nei decenni passati hanno iniziato a diffondersi nelle città del mondo occidentale manifestazioni pubbliche, dette “gay pride” (orgoglio gay). Questo fenomeno in costante crescita ha il chiaro obiettivo di conquistare la piazza pubblica di tutte le città del mondo occidentale e, a lungo termine, le città del mondo intero, fatta eccezione per i paesi islamici a causa del timore di prevedibili violente controreazioni.
Tali manifestazioni sono effettuate con enormi impegni finanziari e logistici, accompagnate da una pubblicità propagandistica sostenuta all’unisono dai poteri più influenti della vita pubblica, cioè dalla nomenclatura politica, dai social media, da potenti enti economici e finanziari. Un tale unanime sostegno da parte delle suddette istanze pubbliche era tipico dei sistemi storici totalitari al fine di imporre alla società una determinata ideologia. Le manifestazioni dette “gay pride” assomigliano inconfondibilmente alle marce propagandistiche di diversi regimi politici totalitari del passato.
Se la signora pare dimenticarsi che i suoi amichetti nazifascisti uccidevano i gay all'interno dei campi di sterminio o che è assurdo si voglia sostenere che l'esistenza altrui sarebbe un affronto a chi odia, è abusando della credenza religiosa che la signora se ne sce dicendo:
Resta però un’istanza importantissima della vita pubblica che non è ancora entrata ufficialmente o in larga misura in questo coro unanime di sostegno alle marce dette “gay pride”. Questa voce è quella della Chiesa Cattolica. Il totalitarismo dell’ideologia omosessualista ossia del gender, persegue il suo obiettivo più ambizioso, cioè conquistare l’ultimo bastione di resistenza che è la Chiesa Cattolica.
Pare buffo si abusi del nome della Chiesa Cattolica quando in altri articoli l'autrice del delirio accusa il Papa di eresia e pubblica porcherie propagandistiche come questa:
L'odio prosegue inveendo contro chi non odia:
Nel frattempo questo obiettivo ha purtroppo conseguito alcuni successi, giacché si constata che un numero crescente di sacerdoti e persino alcuni vescovi e cardinali esprimono pubblicamente e in diversi modi il loro sostegno a tali marce totalitarie, dette “gay pride”. Con ciò tali sacerdoti, vescovi e cardinali diventano agenti e promotori di una ideologia che rappresenta un’offesa diretta a Dio e alla dignità dell’essere umano, creato maschio e femmina, creato a immagine e a somiglianza di Dio.
L’ideologia del gender ossia l’ideologia dell’omosessualità rappresenta una rivolta contro l’opera creatrice di Dio ammirevolmente saggia e amorevole. Si tratta di una rivolta contro la creazione dell’essere umano nei due sessi necessariamente e mirabilmente complementari del maschile e del femminile.
Si passa così a sostenere che Dio voglia che i gay siano "curati" dalla loro omosessualità e che:
Il totalitarismo e l’intolleranza dell’ideologia del gender richiede secondo la sua logica anche una adesione totalitaria. Tutti i componenti della società, inclusa la Chiesa Cattolica, devono quindi essere obbligati ad esprimere in qualche modo la loro accettazione di questa ideologia. Uno dei mezzi pubblici più diffusi e concreti di tale imposizione ideologica è rappresentato dalle marce dette “gay pride”.
Non si può escludere che la Chiesa Cattolica si troverà in un futuro non lontano davanti ad una situazione simile alla situazione della persecuzione da parte dell’Impero Romano nei primi tre secoli, quando l’adesione alla ideologia totalitaria dell’idolatria era obbligatoria anche per i cristiani. In quei tempi il test o la verifica di tale adesione consisteva nell’atto civilmente e politicamente corretto del bruciare alcuni grani d’incenso davanti alla statua di un idolo e dell’imperatore.
Esatto, pare follia ma questa gente sostiene si sentirsi perseguitata perché non può perseguitare e auspica si possa vietare la natura se non conforme alla loro ideologia suprematista. Ed è così che invitano i loro proseliti all'odio:
Quale dovrebbe essere la risposta giusta di un cristiano, di un cattolico, di un sacerdote e di un vescovo di fronte al fenomeno così detto “gay pride”?
In primo luogo si deve proclamare con carità la verità Divina sulla creazione dell’essere umano, proclamare la verità dell’oggettivo disordine psicologico e sessuale della tendenza omosessuale, quindi parlare sulla verità del necessario e discreto aiuto per le persone di tendenza omosessuale perché ricevano cura e liberazione dalla loro disabilità psicologica.
Poi si deve proclamare la verità Divina sul carattere gravemente peccaminoso degli atti omosessuali e dello stile di vita omosessuale, poiché sono offensivi della volontà di Dio. Si deve proclamare con preoccupazione veramente fraterna la verità Divina sul pericolo della perdita eterna dell’anima dei omosessuali praticanti ed impenitenti.
In oltre si deve con coraggio civile, ed impiegando tutti i mezzi pacifici e democratici, protestare contro il vilipendio delle convinzioni cristiane, contro l’esibizione pubblica di oscenità degradanti. Si deve protestare contro l’imposizione di marce con carattere di militanza politico-ideologica alla popolazione di intere città e paesi.
La cosa più importante, tuttavia, si trova nei mezzi spirituali. La risposta più potente e più preziosa si esprime negli atti pubblici e privati di riparazione alla santità e maestà Divina, così gravemente e pubblicamente offesa con le marce dette “gay pride”.
Ed ancora:
I veri amici delle persone che promuovono e compiono degradanti azioni durante le cosiddette marce “gay pride”, sono i cristiani che dicono: “Non brucerò nemmeno un grano d’incenso davanti all’idolo dell’omosessualità e della teoria del gender, anche se – Dio non voglia! – il mio parroco o il mio vescovo lo facesse.
Farò atti privati e pubblici di riparazione e di preghiere d’intercessione per la salvezza eterna dell’anima di tutti coloro che promuovono e praticano l’omosessualità.
Non avrò paura del nuovo totalitarismo politico-ideologico del gender, poiché Cristo è con me. E giacché Cristo ha vinto tutti i sistemi totalitari del passato, Egli vincerà anche il totalitarismo dell’ideologia del gender ai nostri giorni”.
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!
Ma davvero questa gente non ha remore nell'attribuire a Dio un tale odio? Davvero credono che basti nominarlo invano per poter compiere azioni diametralmente opposte alla sua predicazione?