Tiziano Ferro a Domenica In: «C’è bisogno di una legge contro l’odio»
«Andai a Los Angeles a fare il disco precedente, alla fine del disco girammo il video del primo singolo, andammo in questi Studios, lui lavorava in quell’azienda; io, in un momento di pausa, cercavo un caffè, incontro questa persona, gli dissi: "Sai se ce c’è una caffetteria?". Lui mi disse: "È lontana, se vuoi te lo offro io un caffè". Io ho detto: "Ma guarda questo, ma come si permette?". Detto ciò chiamai un’amica, lei si fece dire il nome per guardare le foto, mi richiamò e mi disse: "Se non vai a prendere il caffè con questo sei un cogli*ne"».
Così Tiziano Ferro, ospite a Domenica In, ha raccontato il primo incontro con il suo Victor, poi divenuto marito.
Ferro ha poi affrontato anche il tema omofobia, dichiarando: «La cosa più strana è che ci ho messo quasi 40 anni della mia vita per capire cos’è veramente il bullismo. Ho sempre creduto che fosse una dinamica, un copione, una storia da accettare passivamente, perché nel mondo in cui viviamo, se non fai le regole la gente non cambia e credo che mai lo farà. È chiaro che, se ci fosse una regola, è normale che ci sarà qualcuno che non la rispetterà, e nel nostra paese capita troppo spesso una cosa del genere. Ma non si può vivere in questo modo, non si può vivere ancora in un Medioevo dove è lecito rapinare e violentare. C’è bisogno di essere salvaguardati, c’è bisogno di una legge contro l’odio».