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Marta Cartabia alla presidenza della Consulta. Sosteneva che i diritti dei gay sono «falsi diritti»

Ciellina, antiabortista ex omofoba, Marta Cartabia è stata nominata presidentessa della Consulta.
Nel 2011, dinanzi all'approvazione del matrimonio egualitario a New York, la Cartabia ha firmato un articolo scritto di suo pugno dall'aberrante titolo “Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti” in cui spergiurava che «Per quanto riguarda l’Italia, la Corte Costituzionale ha chiaramente affermato (sent. 138 del 2010) che la Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenza e non permette il matrimonio omosessuale».
Se è opinabile si voglia far credere che "famiglia naturale" sia sinonimo di "famiglia eterosessuale" come vogliono far credere i vari Pillon, nel 2016 è a lei che la rivista integralista Tempi (tra i promotori della bufala "gender" e sostenitori della folle tesi per cui in Italia non esisterebbe alcuna omofobia) scriveva un appello per chiederle di intervenire e dire «una parola chiara sulle unioni civili» al fine di impedirne l'approvazione.

Preoccupazione per la sua nomina è stata espressa anche da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, che commenta: «Oggi Marta Cartabia è stata eletta presidente della Corte costituzionale purtroppo le sue dichiarazioni in tema di diritti delle persone lesbiche, gay e trans, in particolare sul matrimonio omosessuale, non sono rassicuranti, pertanto riteniamo la sua nomina un rischio per i nostri diritti. Infatti la Cartabia ha affermato: “Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenze e non permette il matrimonio omosessuale”, frase inquietante perché dare diritti ad altri non lede nessuna famiglia. Siamo sicuri che sarà in grado di tutelare i diritti della nostra comunità? Restiamo basiti di quanti affermano di essere pro diritti gay ed oggi applaudono acriticamente alla sua nomina».


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