Vaticano e destre tentano di addossare ai gay la colpa dei preti pedofili
Se è folle sostenere che un abuso sarebbe sintomatico di un un'orientamento sessuale dato che in caso di violenze subentrano altri fattori come la dominazione o la ricerca di umiliazione della vittima, è lasciando intendere che sia legittimo ipotizzare quella correlazione che Il Giornale ha rilanciato le teorie di tal monsignor Jordi Bertomeu:
Sempre alternando negazioni ad illazioni, l'articolo dichiara:
I dati statistici osservati dal Vaticano consentirebbero di notare "l'elevato numero di minori maschi abusati dai sacerdoti, circa l'80%". Dopo aver ribadito che "l'affermazione della connessione diretta dell'omosessualità con la pedofilia dai dati sopra descritti non comporta solo la commissione di una grande ingiustizia, ma anche la criminalizzazione di una certa identità sessuale", monsignor Bertomeu ha tuttavia sottolineato che ci sarebbe "una probabilità tre volte maggiore di commettere il crimine di pedofilia tra sacerdoti omosessuali".
Poi, in un crescente negazionismo da parte del clero, aggiunge:
Il vescovo Bertomeu ha evidenziato che non c'è alcuna relazione tra la regola del celibato ecclesiastico e gli abusi sui minori. "Non ci sono prove che il celibato sacerdotale provochi direttamente una dipendenza sessuale deviante, come dimostrano quei casi di uomini o donne che, a causa delle circostanze della vita, devono vivere come celibi. Inoltre, il celibato non è mai stato considerato come un parametro rilevante per identificare i maltrattatori. Piuttosto, molti abusatori sono uomini sposati".
E già qui non si capisce perché i fantomatici abusatori gay siano eterosessuali sposati. Eppure, ciononostante, tra i commenti emerge chiaramente come i lettori di Sallusti paiono non vedere l'ora di poter usare quei dati come pretesto per il loro odio omofobico. Tra loro c'è anche il solito adinolfiniano Attilio Negrini, il quale aizza i suoi seguaci affermando: