I lavoratori portuali contro Tuiach: «La responsabilità di quanto dice e fa è tutta sua, non getti discredito su una categoria di lavoratori»
Quando i cittadini di Trieste si recano al lavoro, parte del loro stipendio viene decurtato per pagare anche il consigliere Fabio Tuiach. Per questo pare surreale che Tuiach sia andato in televisione a piagnucolare che i cittadini non dovrebbero occuparsi di quello che lui scrive sui social network. Il consigliere paia non rendersi conto che non può pretendere di poter scrivere quello che vuole come se fosse al bar mentre obbliga i cittadini a dargli i loro soldi, soprattutto quando ripete che lui non ha alcuna intenzione di lasciare la poltrona che ha ottenuto grazie alla Lega di Salvini e che gli permette di intascarsi denaro pubblico.
Durante la surreale intervista (che potete vedere qui a partire da 1:15:05) sembra di vedere un adulto che cazzia un bambino, con lui che ripete i suoi soliti slogan. Dice che lui sarebbe «perseguitato perché ho detto che Gesù è Dio» in riferimento al suo dirsi «offeso perché la Segre ha detto che Gesù era ebreo». Dice che per essere «cristiani» si debbano seguire le regole scritte dagli uomini e non il messaggio di Gesù, raccontando che i gay sarebbero «satanici» e che non debbano poter essere cristiani se non fanno quello che dice lui. Sbraita contro gli altri ospiti che Matteo Salvini, Mario Adinolfi e Silvana De Mari non sarebbero omofobi ma «cristiani» mentre creano odio contro i gay a fini politici, ed ovviamente non si è astenuto neppure dal dichiarare che in tutti i Pride del mondo «insultano la mia religione» in quel suo vizio di pontificare contro interi gruppi sociali sulla base di quello che scrivono i siti integralisti.
A non passare inosservato è come il consigliere abbia cercato di sostenere che la gente lo inculerebbe mentre lui non dovrebbe essere criticato per i suoi insulti dato che «lavoro come scaricatore di porto». Ovviamente dovrebbe tenere a mente che lui lavora anche come rappresentante delle istituzioni, ma quel tentativo di sostenere che i lavoro umili "giustifichino" l'odio non è piaciuto ai suoi colleghi. Attraverso un comunicato stampa, il Coordinamento Lavoratori portuali Trieste scrive:
Il Consigliere comunale Fabio Tulach lasci stare i lavoratori portuali e si assuma le sue personali responsabilità In merito alla intervista rilasciata oggi dal consigliere comunale Fabio Tulach ad una emittente televisiva locale, in cui lo stesso ha giustificato le sue "opinioni". ed esternazioni richiamandosi al fatto di essere uno "scaricatore portuale°, il Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste, che rappresenta una buona parte dei lavoratori del Porto Franco Internazionale di Trieste, desidera precisare che i lavoratori portuali sono certamente schietti e sinceri, anche rudi, ma molto lontani dall'immagine che cerca di accreditare Tuiach per giustificare le sue inqualificabili sparate. I portuali non hanno alcun bisogno di corsi sul rispetto, anche perché sono tra le poche categorie di lavoratori in cui è ancora molto vivo il senso di fratellanza con tutti i colleghi, al di la di appartenenze locali, nazionali o di altro tipo. La responsabilità di quanto dice e fa il consigliere Tuiach è tutta sua ed il fatto, del tutto casuale, che sia un dipendente di una impresa portuale non c'entra assolutamente nulla. Lo invitiamo perciò a evitare di gettare ancora discredito su tutta una categoria di lavoratori.