Il ministro israeliano Peretz: «I miei figli non sono gay, sono cresciuti in modo sano e naturale»
Ancora una volta il rabbino e ministro israeliano Rafael Peretz ha dato sfoggio della sua omofobia. Durante un'intervista televisiva, ha sostenuto che i suoi figli non potranno mai essere gay perché «grazie a Dio i miei figli sono cresciuti in modo sano e naturale. Stanno costruendo le loro famiglie dai valori ebraici».
Se ciò signifigherebeb che i gay non sarebbero cresciuti sani e naturali, il rabbino ha anche sostenuto che «una famiglia normale» debba prevedere necessariamente «uomo e donna» e che «non non dobbiamo vergognarci di vivere in questo modo naturale».
Secondo copione, il fondamentalista ha usato la solita dialettica che tanto eccita Pillon, De Mari ed Adinolfi (nonché tutta la lobby che lucra sull'omofobia) proponendo che "naturale" sarebbe sinonimo di "eterosessuale" e che per colpa della tolleranza gli eterosessuali si devono sentire "perseguitati" dato che loro dicono soi debba temere che Pillon dovrà andare in una catacomba a copulare sua moglie. Paure irrazionali, odio e vittimismo si riconfermano dunque come la chiave della loro campagna d'odio.
Lo scorso anno Perez disse che «è possibile convertire» l’orientamento sessuale, incurante di come avallare le pericolosissime "teorie riparative" che tanto piacciono alla De Mari e al quotidiano di Maurzio Belpietro significhi rendersi complice di chi viene spinto al sudicio dall'intolleranza fondamentalista.