La stampa leghista attacca il ragazzo molestato da Salvini perché sporgerà denuncia per calunnia: «Spacciatori tunisini denunciano donne italiane»
Nell'Italia devastata ormai devastata dalla propaganda salviniana, pare che la verità sia diventata un qualcosa che i giornalisti costruiscono secondo la propria convenienza. I fatti ci dicono che è la Costituzione italiana a sancire che Salvini non poetesse pretendere di ispezionare un'abitazione privata, così come le leggi ci dicono che la sua gogna sia una palese violazione della privacy. E riguardo alle sua accuse, sappiamo questo:
Eppure la stampa id promozione salviniana giura sul loro dio (quindi su Salvini) che il ragazzo sia colpevole anche senza processo perché ogni accusa contro gli stranieri vomitata dal loro "Capitano" deve essere ritenuta verità rivelata. Ed è così che il sito legista Vox News,m da anni impegnato nella promozione dle razzismo e della xenofobia, se ne esce con fotografie false volte a denigrare il minorenne e con un testo letteralmente di merda. I leghisti scrivono:
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TUNISINO CITOFONO CONFESSA: “SPACCIAVO E SONO PIENO DI PRECEDENTI MA DENUNCIO”
“Sono pieno di precedenti, ho fatto di tutto e di più”Stiamo importando masse di spacciatori minorenni con i famigerati ricongiungimenti familiari
Parla lo spacciaore che Matteo Salvini cercava a Bologna al citofono nel quartiere Pilastro. Non era in casa, quando il leader della Lega ha citofonato a casa dei suoi genitori, chiedendo se in quella casa al primo piano ci fosse una centrale di spaccio del quartiere. E c’era, confessa il tunisino.
Che ora vuole denunciare la donna. Non a caso il piccolo spacciatore tunisino si è affidato a fanpage.it. Perché lui, il 17enne tunisino accusato dal leader leghista, ammette: “sono pieno di precedenti, in passato ho fatto di tutto e di più”, ma ora “vado a scuola, sono un ragazzo normalissimo, non mi manca niente”. Ma pensa. Un ex spacciatore.
“Mia madre ha 67 anni, mio padre si spacca il culo, se vai a casa trovi i vestiti di Bartolini – spiega lo spacciatore – Lui ci è rimasto molto male”. Difende anche il fratello, “che non fa queste cose, lui gioca a calcio”.
“Io incontro questa signora qua dietro nel parcheggio – racconta – Lei ha il cane, io ho il cane, a volte ci incrociamo. Domani vado in procura e la denuncio per diffamazione”. Belli i ricongiungimenti familiari.
Capito? Spacciatori tunisini che denunciano donne italiane. Votate Pd, a Bologna.
Poi, denigrando l'avvocatessa Cathy La Torre per attivismo e sostenendo che la calunniatrice sia un «povera signora» perché italiana e quindi di razza superiore, il sito leghista inizia insultare il minorenne per il suo aver dichiarato di non avere precedenti penali. E se per verificare la fedina penale di qualcuno esisterebbero metodi più leciti dell'invettiva basata sul razzista, loro preferiscono odiare. Per non farsi mancare nulla, quei leghisti attaccano l'avvocatessa La Torre anche per aver criticato i camerata di Fratelli d'Italia per la mozione in cui definivano la pedofilia e la zoofilia come "orientamenti sessuali" da paragonare all'omosessualità:
Raccontando che a loro non interessa la verità ma solo l'odio verso lo straniero in nome del loro sostenere che contro Salvini non si debba poter fare ironia, il sito scrive pure:
Ora. A meno che i giornali avessero inventato la confessione del tunisino, ci si chiede il perché di queste due versioni contrastanti. E perché dietro tutte queste vicende ci sia sempre lo stesso avvocato di estrema sinistra. Alla fine il presunto spacciatore ha anche annunciato che diventerà presto padre. Si riproducono troppo velocemente.
Non va meglio con Libero e Imola Oggi, due quotidiano leghisti che insultano il minorenne sostenendo che le parole di Salvini sarebbero verità rivelata senza che il ragazzo italiano possa godere del suo diritto costituzionale alla presunzione di innocenza. Ed è con toni da Ventennio che le due testate leghiste vomitano:
Insomma. siete avvisati: con il leghismo, i diritti civili saranno sistematicamente violati sulla base del tornaconto del bulletto padano.
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