Secondo il leghista Pillon, il l'integrazione culturale sarebbe «vilipendio del cristianesimo»

L'anno del senatore leghista Simone Pillon si è chiuso con la condivisione di un post in cui si sostiene che il film "Non c'è religione" del 2016 sarebbe «il peggior film mai visto, immagine fedele del Paese in cui l'ideologia dominante vorrebbe trasformare l'Italia».
Nel post si parla di «triste spettacolo dei falsi miti che costituiscono l'idea di integrazione» e di «scempio della famiglia al limite dell'abominio. Per non dire del vero e proprio vilipendio del cristianesimo, della Sacra Famiglia e, di conseguenza, di tutto ciò su cui si è fondata la nostra storia». Insomma, come sotto l'Isis, l'accusa di "blasfemia" pare essere diventata prassi della comunicazione leghista.
Non manca neppure il solito complottismo, parlando di «deriva antropologica, morale e culturale» e di «satanica superficiale leggerezza di fronte alla demolizione delle verità più elementari», asserendo che ciò renderebbe urgente provvedere ad «evangelizzare ogni angolo dell'Italia e del mondo, per salvare la presente e le future generazioni dall'orrore fotografato dal film, come un'eutanasia della ragione e della coscienza. Solo la testimonianza credibile di famiglie cristiane è l'antidoto alla dolce morte della persona e della sua dignità e sacralità nel lager della contemporanea ideologia dominante».

Il film è ambientato nell'immaginario paesino di Porto Buio, dove sin da Pasqua cominciano i preparativi per il Presepe Vivente, da anni unica attrazione dell'isola. A causa del ridottissimo tasso di natalità, l'unico bambino abitante sull'isola, da sempre designato per interpretare il ruolo del bambinello, è diventato inadatto, essendo giunto alle soglie della pubertà. Il sindaco Cecco ha quindi l'idea di chiedere "in prestito" un bambino alla folta comunità marocchina che vive sull'altro lato dell'isola. Aiutato da Suor Marta e da Don Mario, il sindaco va a parlare col leader carismatico della comunità, Marietto. Questo è un vecchio amico di Cecco, dal quale però si è allontanato dopo aver subito un grave torto e, convertitosi all'Islam, ha sposato una ragazza marocchina. Marietto si offre di prestare il suo figlio che sta per nascere per il presepe, ma in cambio comincia a porre una serie di richieste a Cecco al fine di potersi vendicare del torto. Nonostante questo, Cecco e Marietto ricominciano a ricucire l'amicizia. L'arrivo della figlia di Cecco, anche lei incinta, mette Cecco davanti alle sue vere intenzioni riguardo il Presepe, all'amministrazione cittadina e al processo di integrazione fra le due comunità dell'isola.


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