E il leghista Borghi offre visibilità alla curiosa aggressione denunciata dal militante di Forza Nuova
Il signor Enrico è un militante di Forza Nuova che trascorre le sue giornate ad insultare gli stranieri, a insultare l'Europa e a giurare che i gay corromperebbero i bambini esponendoli ad imprecisate nudità che lui giura esiterebbero ai Pride (e poi poco importa se le sue immagini siano tutte decontestualizzate e neppure tutte riferibili a dei Pride):
Da giorni il signor Enrico dice che lui sarebbe stato aggredito da uno sconosciuto di cui giura di conoscere la religione, forse disposto a tutto per usare dei presunti fatti non accertati per creare odio religioso.
Ma dato che neppure i giornali locali avrebbero dato credito al suo traballante racconto, è sostenendo che la polizia sarebbe un branco di incapaci ed è deridendo il razzismo che il camerata si è rivolto ai leghisti per ottenere un'amplificazione della sua storia. Lo ha fatto rivolgendosi a Borghi, il quale ha ovviamente preso per buona la sua versione e ha dato visibilità a un presunto evento che avrebbe potuto contribuire alla campagna d'odio razziale su cui campa l'ideologia salvinista:
Curiosamente la versione del signor Enrico ha subito variazioni sulla base dei commenti che aveva ricevuto durante il suo primo messaggio, i quali osservavano che è strano che un pugile non si sarebbe difeso. Augurando violenze contro chi ha notato le incongruenze, l'aggressione viene ora raccontata come se fosse avvenuta alle spalle:
Peccato che nel verbale del Pronto Soccorso pubblicato dallo stesso signor Enrico, si parli di abrasioni allo zigomo, alla tempia e del primo dito della mano sinistra. Un po' curioso per chi l'avrebbe aggredito «da dietro»:
All'improvviso spunta anche un imprecisato «tirapugni»:
Passano le ore e lo «sconosciuto» che lui giurava fosse «mussulmano» diventa improvvisamente «pachistano». Chissà se il presunto aggressore aveva la nazionalità scritta sulla maglietta...
Improvvisamente cambia versione anche sull'iniziale «senza alcun motivo», iniziando a raccontare che avrebbe dato una spallata a uno sconosciuto che improvvisamente torna ad essere «mussulmano»:
La versione continua a cambiare, e spuntano pure presunte frasi razziste che l'esponente di Forza Nuova dice fossero rivolte contro gli italiani. E lo sconosciuto diventa «tunisino», «marocchino» e «pachistano» nel giro di pochi minuti:
E la versione cambia ancora, con la spallata che lui avrebbe dato allo sconosciuto che diventa una spallata che lo sconosciuto avrebbe dato a lui:
Poi riprendono i suoi messaggi contro le vittime dell'Olocausto, proponendo a Salvini di usare il metodo del «e allora i marò» per togliere dignità alle vittime del genocidio nazista opponendo loro i nativi americano uccisi nel 1876:
Se nessuno può sapere come siano realmente andati i fatti, è pericoloso che i politici leghisti si propongano come cassa di risonanza per chiunque esprima pensieri razzisti senza chieder che siano le autorità ad accertare i fatti. Ma pare che Borghi voglia dare visibilità a chiunque possa contribuire alla macchina del fango messa in moto dalla propaganda di un partito che parrebbe vivere solo sull'odio manifestato da Salvini contro gli stranieri.
E se il signor Enrico avesse voluto ottenere quella solidarietà che elemosina scrivendo persino a Mario Giordano, alla stampa di CasaPound, a Il Giornale e al suo amato Matteo Salvini, forse avrebbe dovuto denunciare un'aggressione e non puntare il dito contro intere etnie attraverso un racconto che pare basarsi più sulle sue fantasie riguardo a etnie, nazionalità e religioni piuttosto che su un racconto dei fatti.
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Nella foto: la manifestazione dei camerata bresciani che hanno il coronavirus per aizzare odio razziale contro i negozi cinesi.