Il leghista Pillon, tra lodi alle citofonate di Salvini e attacchi alle famiglie gay

Il senatore leghista Simone Pillon dice di voler distruggere l'Euroipoa e imporci un Paese in cui si dica che Dio è maschio, la Patria è la Padania e la famiglia deve prevedere un maschio eterosessuale di pelle bianche che pretende sottomissione da mogli adibite alla produzione di figli.
Dalla sua pagina Facebook, il leghista Pillon si spella le mani applaudendo agli inglesi che non vogliono far parte di un qualcosa che sia più grande della loro isoletta, sostenendo senza portare prove delle sue illazioni che si tratterebbe di «popolo che ha saputo resistere alle elites e alle lobbies». Dice anche che l'Europa avrebbe «reciso le sue profonde radici cristiane e ora, sterile e disperata, tenta di trovare il senso della vita nel piacere effimero del capriccio senza senso».
Parte così la lunga litania in cui Pillon insulta Macron perché osa mettere in dubbio il patriarcato, dice che in Emilia Romagna la Lega avrebbe quasi vinto e che le elezioni regionali avrebbero «fatto tremare il regime», ma purtroppo non ci spiga in che modo il volere del popolo sarebbe da intendersi come un «regime» solo perché lui è infastidito da chi non inserisce specifiche sul sesso dei genitori in moduli che creano esclusione mentre lui prometteva la sistematica abolizione di qualunque forma di tutela per gli adolescenti che non si fossero dimostrati spiccatamente eterosessuali
Lodando persino quel suo "capitano" che va in giro a citofonare ai minorenni incensurati per cui accusarli di essere spacciatori, Pillon se ne esce pure dicendo che «La droga circola a fiumi tra i nostri ragazzi, ma guai a chi osa perseguire i presunti spacciatori». Anche in questo caso non è chiaro in che modo Salvini starebbe «perseguitando» gli spacciatori mentre se ne va in giro ad importunare degli innocenti per farsi pubblicità.

Ma dato che Pillon vive di omofobia, non poteva mancare il suo attacco alle famiglie sgradite all'ideologia leghista, con il senatore che si mette a sbraitare teorie assurde:

Le unioni civili sono legge e, come avevamo profetizzato, sono pochissime coppie a usarne, ma culturalmente si è sdoganato il principio dell'omogenitorialità, con tribunali che legittimano utero in affitto, adozione omo e traffico di gameti umani, (l'ultimo caso le due mamme di Riccione di questa settimana) con buona pace della Corte Costituzionale che ha tentato di salvare il salvabile ricordando che si nasce da una mamma e un papà.
A questo deserto valoriale si aggiunge la devastante crisi demografica con l'ombra cupa dei sei milioni di bambini non nati a causa della legge 194 dal 1978 ad oggi.

Tradotto, lui vuole che le donne siano costrette a produrre figli nonostante non ci sia lavoro per tutti, non ci sia cibo per tutti e un ulteriore incremento democratico rischierebbe di portare verso guerre e carestie. Ed è in quel suo delirio che Pillon pare incapace di accettare che alcune famiglie possano amarsi anche senza produrre figli o che alcuni figli possano nascere anche contro la sua volontà, dato che non è spruzzare sperma o il farsi scopare a rendere genitori.

Parlando del disgustoso "family day" organizzato da Masimo Gandolfini contro intere famiglie, il leghista se ne esce sostenendo che:

il 30 gennaio del 2016 abbiamo mostrato al mondo che esiste un popolo capace di custodire la speranza. Quel popolo è sceso in campo e in 4 anni ha eletto un centinaio di parlamentari, decine di europarlamentari, oltre un centinaio tra sindaci e consiglieri comunali, diversi governatori e molti consiglieri regionali di maggioranza e, da ultimo in Emilia Romagna, di minoranza, tutti uniti dall'adesione al manifesto valoriale del Family Day
Si sono moltiplicati convegni, incontri, iniziative, fiaccolate, marce.
Abbiamo salvato Tafida, accompagnato dolcemente Charlie ed Alfie combattendo al fianco dei loro genitori. Abbiamo vinto in Corte Costituzionale e in Senato la battaglia contro l'utero in affitto. Abbiamo affrontato processi e condanne a testa alta, convinti di servire la verità e pronti a pagare sulla nostra pelle. Siamo diventati movimento globale e persino il presidente degli Stati Uniti ha reso omaggio all'impegno del mondo pro life e pro family.

In altre parole, loro hanno agito contro gli altri mentre si gustavano i loro privilegi da eterosessuali. Da prassi populista, tutto è fatto contro qualcuno e mai per qualcosa, con il signor Pillon che ne va pure fiero. Ed è contro una legge per fermare l'omofobia che Pillon se ne esce parlando di una «iniqua legge liberticida contro la libertà di parola che è in discussione alla camera».
Lo scopo? Distruggere il principio di laicità dello stato ed imporre regole religione come hanno fatto anche i miliziani dell'Isis. Lo dichiara il senatore stesso nello scrivere: «La strada è ancora lunga, ma siamo in tanti a lavorare perché la civiltà occidentale ritrovi le sue radici cristiane ed esca dalla spirale suicida e mortifera nella quale si è cacciata».

Curioso è infine come Pillon giuri che l'odio da lui creato sarebbe stato fatto «senza risorse» nonostante lui stesso sieda nel direttivo di un'organizzazione integralista che ha ricevuto milioni di euro dalla Russia per promuovere integralismo e omofobia.


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