Nicola Prorro e l'antieuropeismo populista dei suoi porrini
Dato che il populismo è un'ideologia incapace di costruire qualcosa dato che il suo scopo è di distruggere e cercare consensi dalla rabbia sociale aizzata dai loro imbonitori, non pare stupire che il sito di Nicola Porro sia tra i promotori di un cieco odio contro l'Europa. Attraverso i suoi scribacchini, Porro ci spiega che lui vuole fare proclamarsi padrone del Paese e non tollera che si possa costruire qualcosa di più grande di quel suo orticello in cui lui non vuole gay, non vuole donne impegnate nel contrasto al sessino e non vuole stranieri.
Ed è così che il vicedirettore de Il Giornale offre spazio ad un articolo di Franco Battaglia dal titolo "Dopo la Brexit ci vuole l’Exitaly". Incuranti di come paia ovvio che un Paese a rischio default come l'Italia sarebbe destinata al suicidio se isolata dal mondo, è con toni perentori che i porrini ci dicono che il mondo non può essere diverso dal campanilismo leghista in cui ogni regione invoca la secessione in ode al padano del Papeete che diceva di credere alla Padania:
Vengo al dunque: sono antieurounionista, sovranista e nazionalista. L’Unione europea non m’è mai piaciuta e sin dal suo nascere l’ho mal sopportata, convinto, allora come ora, che si dissolverà. Come peraltro mi auguro. Cerchiamo d’esser pragmatici, anziché sognare un mondo diverso, quando diverso non può essere.
Sempre sostenendo che a contare non siano i successi ottenuti dalla collaborazione ma solo l'impossibilità di imporre leggi basate sugli odi locali, l'articolo sentenzia pure: «Di una Ue non v’era alcun bisogno, diverso da quello di far digerire agli europei norme decise da non si sa chi e che nessuno avrebbe approvato, se consultato in patria».
Ed è spiegano che l'egoidmo è la sua unica ragione di vita che il porrino conclude il suo delirio asserendo: «Sono sovranista, dicevo. Già, perché vorrei che, nel bene come nel male, nel giusto come nell’errato, il nostro Paese decida da sé il proprio futuro e le proprie scelte [...] Nessuna legge, nessuna decisione, né a tavolino né con la forza, potrà cancellare questa realtà. Che è oggettiva e ineluttabile». Ma a quel punto, perché anche la regione non dovrebbe poter scegliere sullo stato? O perché il paesello non dovrebbe decidere contro la regione? O perché il pianerottolo non dovrebbe pretendere il sovranismo e decidere da sé? Non sarà che i porrini sanno bene che l'unico sbocco del del loro antieuropeismo sarebbe quello di condannare l'Italia a diventare una colonia Russia sottomessa al volere di Putin e degli oligarchi ortodossi?