Perugia. Le destra fanno saltare la Consulta della Famiglia perché esigono che i provvedimenti siano riservati unicamente alle "famiglie tradizionali"
A Perugia si è avviata oggi la discussione in I Commissione della delibera di istituzione della Consulta della Famiglia, organismo che secondo i proponenti dovrebbe agevolare e favorire un confronto sul tema delle politiche familiari tra l'amministrazione comunale e le realtà sociali operanti nel suo territorio.
La votazione dell’atto è stata però rimandata alla successiva seduta, dopo la presentazione di due emendamenti che miravano, da parte della maggioranza a restringere il campo della definizione di famiglia alla sola unione nel vincolo matrimoniale, mentre da parte delle opposizioni di centro sinistra e M5S a mantenere il concetto di famiglia più aperto e inclusivo per rispecchiante la realtà della società di oggi.
«Ci spiace constatare ancora una volta il solito tentativo escludente di parte della maggioranza in Consiglio Comunale verso tutto ciò che non rientra in quella che viene da loro definita “famiglia tradizionale unita nel sacro vincolo del matrimonio” –commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI– occuparsi di famiglie (al plurale) è un compito importante di ogni istituzione, ma farlo chiudendo sistematicamente gli occhi davanti alla complessità della realtà di oggi è estremamente miope e assurdo. Le famiglie di oggi sono tante e varie, ci sono quelle eterosessuali sposate, quelle non sposate e conviventi. Ci sono le famiglie omogenitoriali, unite civilmente o semplicemente conviventi. Ci sono le famiglie monoparentali, le famiglie allargate. Tutte le famiglie hanno la stessa dignità e necessitano di tutele e servizi. La stessa Corte costituzionale e la Corte Europea hanno più volte sottolineato e ribadito che il concetto di famiglia è da considerarsi allargato e comprendente tutti i modelli nuovi e tradizionali che da decenni coesistono all'interno della società. Ci chiediamo perché a Perugia dobbiamo istituire, per regolamento, famiglie di serie A e famiglie di serie B».
«Troviamo inoltre molto peculiare – continua Bucaioni – che il proponente, Nicola Volpi di Progetto Perugia, dopo un’introduzione e un intervento nei quali sottolineava più volte la volontà inclusiva e aperta del provvedimento, si sia poi dichiarato subito favorevole all’emendamento escludente presentato dalla Lega. Forse la volontà inclusiva era solo bella da pronunciare.»
Omphalos si appella a tutti i consiglieri e le consigliere componenti della I commissione, perché sappiano produrre un atto che rispecchi la varietà della società di oggi e delle famiglie che la compongono e non un atto da medioevo. La società va avanti e si trasforma con o senza atti che la imbrigliano, è il caso di prenderne coscienza e produrre provvedimenti davvero utili per tutte e tutti.
«Dobbiamo infine stigmatizzare – conclude il presidente di Omphalos – le parole pronunciate dalla consigliera Daniela Casaccia della Lega durante il suo intervento. La consigliera ha parlato di "famiglie culturalmente normali" e di "donne che partoriscono e uomini che fanno sì che le donne possano partorire". Pensavamo che certe espressioni e una visione della donna come mero oggetto di riproduzione fossero ormai un vecchio e brutto ricordo da dimenticare. La consigliera Casaccia dovrebbe vergognarsi e scusarsi per aver utilizzato espressioni estremamente offensive per la dignità delle persone omosessuali e delle donne, espressioni che non solo non andrebbero pronunciate in un'aula istituzionale, ma non dovrebbero essere più tollerate neanche al bar dello sport».
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