Coronavirus. Fontana nega i test persino ai malati, favorendo l'indecente mercato privato dei tamponi
Non è vero che in Lombardia non ci sono più tamponi: li si negherà solo ai comuni cittadini mentre chi potrà pagare li può acquistare dalle strutture private che da anni sono state agevolate dalle varie giunte leghiste con fiumi di denaro pubblico. Ad esempio, il San Raffaele gestito da Angelino Alfano li vende a 120 euro, altre strutture private anche al doppio.
Dopo anni che hanno visto i leghisti impegnati nello smantellamento della sanità pubblica a favore dei privati, la salute pare ormai riservata solo a chi se lo può permettere. E tra loro ci sono anche quegli evasori e quei mafiosi che Salvini che vuole premiare attraverso maxi-condoni, sottolineando come la Lega paia sostenere cittadini onesti che pagano le tasse sarebbero tutti dei deficienti dato che chi truffa pagherà meno di loro.
E se questa pare la cronaca di una mal gestione che ci spiega perché Salvini avesse tentato di far approvare un emendamento che avrebbe tolto ogni responsabilità ai dirigenti leghisti che hanno sbagliato e che potrebbero aver condannato a morte migliaia di lombardi, emerge l'evidenza di come la giunta leghista nega test agli operatori sanitari, ai pazienti e a chi presenta evidenti sintomi mentre c'è un un mercato privato dei tamponi che sta facendo arricchire i privati. E questo nonostante Gallera dica che non si possono fare tamponi a privati a pagamento.
Astuti (Pd) parla di «un far west senza regole» e si domanda: «Com'è possibile che questo avvenga? È forse stata una scelta quella di limitare il numero dei tamponi? La Regione deve spiegare ai lombardi che cosa sta succedendo. Soprattutto, è fondamentale che la Regione faccia quanto è in suo potere per aumentare il più possibile il numero di tamponi analizzati dal servizio sanitario regionale, perché in altro modo non si può pensare di avviare la fase 2». E c'è pure chi si domanda se dietro la scelta di Fontana di limitare il numero di test non ci fosse un progetto che mirava proprio a favorire un mercato privato che arricchisse i ricchi sulla pelle dei malati.
A riprova della situazione drammatica, si moltiplicano le petizioni che chiedono il commissariamento della sanità lombarda con i cittadini che sono terrorizzati davanti a Salvini che cerca di proporre soluzioni sempre più populiste in quel suo sapere che la caduta della lombardia leghista significherebbe la fine del suo patito e della «pacchia» di chi si fa mantenere da decenni con denaro pubblico. Al momento la petizione lanciata da Milano 2030 conta già 75mila firme in rapido aumento.