L'associazione "Pro Vita & Famiglia" gongola perché il Ghana criminalizza l'omosessualità


È ormai risaputo che l'associazione "Pro Vita & Famiglia" di Toni Brandi sta tentando di sabotare, mettendo in campo ingenti mezzi finanziari, la creazione di una legge contro l'omotransfobia in Italia.
Ebbene la stessa associazione, che tanto lamenta di come tale legge impedirebbe a persone come loro di riproporre fino allo svenimento sempre le solite cose: "che il matrimonio è solo tra un'uomo è una donna" o "che un bambino ha bisogno di una mamma e un papà", ha recentemente pubblicato (in data 24 marzo 2020) un articolo a firma di tale Manuela Antonacci dal titolo "Il Ghana vieta maxi raduno Lgbt, vittoria dei pro-family" in cui si esalta come il paese abbia vitato "uno dei più grossi raduni di attivisti LGBT in Africa occidentale."
Ma nel farlo non omette né che il motivo principale per cui l'evento è vietato, ossia che nel Paese l'omosessualità è reato, così come non spiega che il principale motivo di quella riunione fosse la condivisione di idee su come abbattere tali restrizioni (che tra l'altro, sempre nello stesso articolo, viene esplicitamente riferito che tali restrizioni sono presenti "in altri 32 paesi africani").
Oltre al titolo tracotante, l'articolo si conclude ammonendo come "l’esperienza dimostra che, quando si scende in campo in difesa di certi valori, a furia di insistere, talvolta si può anche vincere" (della serie che la signora Manuela Antonacci è ben contenta per l'esistenza di leggi che condannano penalmente l'omosessualità).
La prossima volta che qualcuno di "Pro Vita & Famiglia" osa anche lontanamente lamentare il rischio che la propria "libertà di espressione" possa essere intaccata da un disegno di legge contro l'omotransfobia p, tete postargli come risposta tale articolo per ribadire la loro immensa ipocrisia monodirezionale sul tema della libertà d'espressione.

Marco S.
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