Meloni e Santanchè cercano si scavalcare Salvini e si propongono come quelle che vogliono riaprire tutto


In quella violenza ideologica che porta la signora Giorgia Meloni ad appropriarsi illecitamente del Tricolore come se fosse un simbolo del suo partitino e non di un popolo che alle urne preferisce altri, la gran sacerdotessa dei populisti ha tentato di scavalcare Salvini proponendosi come quella che anteporrà gli egoismi dei populisti alla difesa della vita. Affiancata da Daniela Santanché, è scesa in piazza per dite che lei vuole riaprire tutto anche se centinaia di italiani continuano a morire ogni giorno. Ma evidentemente pensa che i consensi e i profitti valgano più della vita e si sa che i suoi elettori vogliono poter tornare a farsi i loro comodi facendo finta che il Coronavirus non esista.

La sua carnevalata era stata anticipata in un'intervista rilasciata al giornale di propagande populista di Belpietro e vedeva la signora pronta a dire che che se era giusto scendere in piazza contro il regime di Mussolini, lei non capisce capisce perché non si possa scendere in piazza «contro un governo che limita le libertà a colpi di decreto». Non sarà che Mussolini non stava gestendo una pandemia? E non è buffo che a dire queste cose sia la signora che non vuole condannare il nazifascismo, che candida le nipoti di Mussolini e che dice che loro non festeggiano la liberazione dal nazifascismo:


Ma davvero i populisti credono che si possa remare contro tutto sostenendo che i profitti debbano essere anteposti alla salute pubblica? Davvero la signora Giorgia meloni vuole che sua figlia possa andare in giro a rischiare di morire perché lei dice che, davanti ad una curva dei morti in costante aumento, si dovrebbe riaprire tutto senza alcuna prudenza?
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