Proseguono le fake-news populiste. Il Tempo si inventa che Conte si sarebbe fatto «l'ospedale a casa»


Il Tempo è quella cartastraccia edita dalla destra romana che pubblicava articoli del fondamentalista Toni Brandi volte a sostenete l'esistenza di una fantomatica "ideologia gender" oltre a sostenere che Benito Mussolini dovesse essere ritenuto "l'uomo dell'anno" al pari della loro Giorgia Meloni.
Impegnati a pubblicare disinformazione finalizzata alla creazione di odio e di divisioni sociali, ora si sono inventati la bufala di Conte che si sarebbe costruito un ospedale a casa sua. Una bufala patetica, ma prontamente rilanciata anche da Silvana De Mari e dall'estrema destra di Fratelli d'Italia quasi a voler testimoniare come esista una regia comune e un piano propagandistico dietro alla costante creazione di fake-news populiste.

Attraverso una serie di articoli firmati dal direttore Franco Bechis, ilq uotidiano della destra romana ha accusato Giuseppe Conte di aver pensato a sé stesso prima che agli italiani. Giura che Palazzo Chigi avrebbe «messo da parte veri e propri arsenali con cui resistere nel bunker anche per lunghi mesi». Secondo Il Tempo, il 26 febbraio scorso Palazzo Chigi avrebbe acquisito la disponibilità da parte di un’azienda veneta di consegnare entro cinque giorni 4mila mascherine.
Peccato che le tesi di quelli che dicevano che Conte avrebbe firmato il Mes (approvato invece dal governo Berlusconi di cui Lega e Fratelli d'Italia facevano parte) non stiano in piedi. A spiegarcelo è il governo che, contratto ancora una volta a perdere tempo dietro alle sparate populiste nonostante ci sia un'emergenza sanitaria in corso, spiega come il presidio sanitario dislocato a via della Mercede sia operativo già dal lontano 1994 con lo scopo di fornire presidi a tutti i lavoratori distribuiti nelle 15 sedi della Presidenza e alle varie Autorità di riferimento. Ne deriva che il voler affermare che Conte si sarebbe "fatto l’ospedale in casa" è una bufala. E non va meglio quando si scopre che gli ordini di cui parla l'articolo erano stati fatti a novembre 2019, ossia quando neppure si conosceva l'esistenza del Coronavirus.

Gli acquisti di cui si ragiona negli articoli, riguardanti bombole di ossigeno, defibrillatori e camici sono stati effettuati nel quadro di una “ordinaria programmazione” dei fabbisogni del presidio sanitario della Presidenza del Consiglio dei ministri, che non ha nulla a che vedere con questa fase di emergenza.
Lo dimostra il fatto che la data della determina di approvvigionamento (primo atto della procedura negoziale) risale al 14 novembre 2019, a fronte di una richiesta della responsabile dell’Ufficio sanitario del luglio 2019. La mera consegna, invece, è avvenuta alcuni mesi dopo: il 25 febbraio 2020, per le bombole d’ossigeno, e il 20 marzo 2020, per i defibrillatori (queste date e tutto l’iter negoziale è documentato nel portale della trasparenza ed è quindi di immediata consultazione).
Anche l’acquisto dei farmaci rientra nel quadro di una “ordinaria programmazione” dei fabbisogni del medesimo presidio sanitario, e non riguarda questa fase di emergenza. In particolare, la data della determina di approvvigionamento risale al 14 novembre 2019. Dopo una prima procedura andata deserta, i farmaci risultano attualmente in fase di consegna.

E non va meglio con le altre accuse, dato che Il Tempo si starebbe lamentando di come il governo non stia violando i decreti per la sicurezza del lavoratori:

Quanto agli acquisti di guanti, gel disinfettante e mascherine chirurgiche, si fa presente che il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha emanato, il 25 febbraio 2020, una direttiva che ha imposto a tutte le amministrazioni pubbliche l’adozione di misure di igiene e di protezione a beneficio di tutti i dipendenti e di tutti coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l’amministrazione.
Nei giorni successivi all’emanazione di questa direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione, il Responsabile del Dipartimento per i servizi strumentali della Presidenza del Consiglio ha avviato le procedure negoziali che hanno portato all’acquisto e alla consegna di 1250 litri di gel igienizzante, di 310 confezione da 100 guanti ciascuna, di 11.600 mascherine chirurgiche. Altre 32.400 mascherine chirurgiche sono state pure ordinate e dovrebbero essere consegnate, in base all’originaria previsione a fine maggio.

Risulta anche patetico il tentativo di sostenere che qualcuno avrebbe fatto "scorta" di mascherine dato 4mila mascherine per 3mila lavoratori dislocati in circa 15 sedi differenti pare un numero di presidi persino inferiore alle necessità.
Insomma, ancora una volta la destra si inventa le cose pur di fomentare rabbia sociale sulla base di teorie campate in aria. E, come sempre, la loro dialettica mira a creare contrapposizioni , tirando in ballo a sproposito quei medici su cui Salvini voleva far ricadere ogni responsabilità civile e penale: per loro tutti sono carne da macello da strumentalizzare a fini di propaganda.
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